immerse le sacre reliquie». In epoche
successive si adoperò il grasso di maiale per
lenire i bruciori delle piaghe presenti sui corpi
dei malati di fuoco di Sant’Antonio. A questo
scopo gli stessi Ospitalieri furono autorizzati
ad allevare i suini che liberamente circolavano
per le strade dei paeselli e che erano
riconosciuti come proprietà dell’ordine grazie
ad una campanella appesa al loro collo, la
stessa che appare sul bastone del Santo.
Gli animali domestici
Sant’Antonio è considerato anche il
protettore degli animali domestici, tanto da
essere solitamente raffigurato con accanto un
maiale che reca al collo una campanella. Il 17
gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice
gli animali e le stalle ponendoli sotto la
protezione del santo. La tradizione di benedire
gli animali (in particolare i maiali) non è legata
direttamente a sant’Antonio:
nasce nel
Medioevo
in terra tedesca, quando era
consuetudine che ogni villaggio allevasse un
maiale da destinare all’ospedale, dove
prestavano il loro servizio i monaci di
sant’Antonio. Secondo una leggenda del
Veneto
(dove viene chiamato
San Bovo
o
San
Bò
, da non confondere con l’omonimo santo),
la notte del 17 gennaio gli animali
acquisiscono la facoltà di parlare. Durante
questo evento i contadini si tenevano lontani
dalle stalle, perché udire gli animali
conversare era segno di cattivo auspicio.
Nell’Italia meridionale sant’Antonio Abate è
comunemente chiamato “sant’Antuono”, per
distinguerlo da sant’Antonio di Padova.
N
ETTUNO
, F
EDE E FOLCLORE NELLA FESTIVITÀ DI
S.A
NTONIO
A
BATE
14
Il “fuoco di Sant’Antonio”
Tutti coloro che hanno a che fare con il
fuoco vengono posti sotto la protezione di
sant’Antonio, in onore del racconto che
vedeva il Santo addirittura recarsi all’inferno
per contendere al demonio le anime dei
peccatori. Per questo, tra i molti malati che
accorrevano per chiedere grazie e salute, molti
erano afflitti dal
male degli ardenti
, conosciuto
anche come
fuoco di sant’Antonio
e
corrispondente a due diverse malattie:
l’ergotismo, causato da un fungo parassita
delle graminacee, e l’herpes zoster, causato dal
virus varicella-zoster. Entrambe le malattie si
manifestano sotto forma di eritemi e vescicole
con un decorso di poche settimane.
I monaci Antoniani nella loro opera
ospitaliera, infatti, consigliavano di «implorare
il patrocinio del Santo e di cospargere le parti
malate con il vino nel quale erano state