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2004 - CENTENARIO
DI FRA ORSENIGO

DI
FRA GIUSEPPE MAGLIOZZI

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IL VERO PRIMATO DI FRA ORSENIGO


 

Dicono che Pusiano, sito sulle sponde dell'omonimo laghetto tra Como e Lecco, debba il suo nome a Pusillus, un antico romano venutovi come colono. Nel 1837 vi nacque fra Orsenigo, un religioso dei Fatebenefratelli che giunto trentenne a Roma nell'Ospedale dell'Isola Tiberina, vi divenne in breve così famoso come dentista che praticamente l'intera città accorse da lui, tanto che finì nel Guùiness per il primato d'aver estratto oltre due milioni di denti.

Quale furono i motivi di una popolarità così vasta da consentirgli un primato di lavoro che forse mai più nessuno uguaglierà? Un primo motivo fu che senza dubbio il suo Ambulatorio, essendo gratuito ed aperto tutta la giornata., rappresentò nel suo settore l'unica immediata risposta al vorticoso aumento della popolazione verificatosi dopo il trasferimento a Roma nel 1871 della capitale d'Italia e l'apertura dei vari Ministeri, che richiamarono una fiumana di piccoli impiegati.

Un secondo ovvio motivo di successo fu la sua indiscussa abilità professionale. L'enorme pratica gli fece acquisire una straordinaria sensibilità nelle dita, per cui gli era facile intuire il corretto asse di trazione lungo il quale far forza per estrarre il dente, riducendo quindi al minimo la sofferenza del paziente. A questo si aggiunga che ogni mattina esercitava la muscolatura delle mani con una mazza ferrata pesante parecchi chili, il che gli garantiva una presa talmente forte che per lo più riusciva ad estrarre i denti già mentre li palpava con le dita, senza dover pertanto ricorrere alle pinze, la cui sola vista sappiamo quanto terrorizzi i pazienti, irrigidendone la muscolatura ed ingigantendone perciò il dolore.

Questa sua capacità di quasi eliminare il dolore dell'estrazione dentaria fece accorrere da lui grosse personalità, tanto che ricevette fotografie con dedica dal poeta Giosuè Carducci; dal drammaturgo Pietro Cossa; dallo scultore Giulio Monteverde; dai ministri Quintino Sella, Michele Coppino e Ruggero Bonghi; dall'ammiraglio Ferdinando Acton: da Menotti, il figlio primogenito di Anita e Garibaldi: da donna Laura Minghetti; da Eugenia la principessa ereditaria di Svezia e Norvegia; dall'attore Cesare Rossi e dalle cantanti Adelina Patti e Stella Bonheur: e da una serie di altri personaggi allora celebri. Venne perfino chiamato sia alla Corte Sabauda, dove curò la Regina Madre, Margherita di Savoia, che a quella Pontificia, dove tolse l'ultimo dente a Leone XIII, ormai vegliardo.

Terzo fondamentale motivo del prodigioso impegno lavorativo di fra Orsenigo fu la peculiare visione che ebbe del suo rapporto con i pazienti, che non gli faceva mai sentir stanchezza nelle ore senza fine che spendeva per loro. Era la medesima visione del suo fondatore san Giovanni di Dio, promotore di Ospedali dove il malato venga trattato non solo con giustizia, riconoscendogli diritti pari ai nostri e uguale dignità, ma dove soprattutto venga trattato con amore e venerazione, considerando che la sofferenza rende più viva in lui la presenza mistica di Cristo.


Notare, subito dopo il campanile, l'archetto del portone dell'ambulatorio di fra Orsenigo; ed in alto l'attico dove è ora l'ambulatorio

II vero primato di fra Orsenigo fu perciò d'aver saputo recepire fino in fondo la visione del suo fondatore e d'avervi saputo corrispondere con grande generosità: quando infatti nei malati ci sforziamo di vedervi misticamente presente Cristo, nessuna attenzione ci sembrerà eccessiva nel prenderci cura dei loro bisogni.
Una prova di questa sua forte motivazione ulteriore emerge sfogliando il fascicolo personale di fra Orsenigo. Vi troviamo l'originale della Professione di Voti Semplici emessa nella Chiesa di San Giovanni Galibita durante la Santa Messa delle 11 del mattino del 9 agosto 1868, ma in più vi troviamo una sua dichiarazione giurata, letta e firmata quello stesso giorno alle 8 del mattino nello studio del padre Generale, con la quale egli s'impegnava a vivere con rigore i suoi Voti, senza mai indulgere a compromessi o mitigazioni che altri talora ritenevano giustificato adottare per l'asprezza dei tempi ed il clima politico apertamente ostile alla Vita Religiosa; in particolare egli s'impegnava a rispettare alla lettera il Voto di Povertà, nulla cercando di trattenere per se stesso.

In effetti, risulta che fra Orsenigo mai usò per se stesso le offerte che spesso gli lasciavano i pazienti, ma le consegnava al Superiore, che con esse istituì un apposito fondo da utilizzare per la celebrazione della festa della Madonna del Buon Consiglio e per costruire a Nettuno un Ospedale che portasse tale titolo a mariano.
Con fra Orsenigo si rinverdì una tradizione dentistica che trovò continuatori sia in altri Ospedali dei Fatebenefratelli., sia a Roma stessa, dove ne emulò la fama fra Stanislao Onori (1877-1966), del quale nel 1962 lo scultore Attilio Ragni volle eternare il ricordo effigiandolo in due bassorilievi in marmo collocati all'Isola Tiberina.

Di fra Orsenigo abbiamo invece all'Isola Tiberina un ritratto ad olio, eseguito nel 2003 dal pittore filippino Eladio Santos. Vi è effigialo mentre stringe nella destra il crocifisso, in cui trovava ispirazione per dedicarsi ore ed ore ai suoi pazienti. E sulla parete si vede copia del quadro della Madonna del Buon Consiglio venerato nella Cappella dell'Ospedale che fra Orsenigo eresse in onore di Lei a Nettuno. Nel drappeggio si staglia invece un blasone, ottenuto sovrapponendo allo stemma comunale di Cesena la melagrana che è l'emblema dei Fatebenefratelli: è un modo per ricordare che costoro in segno di stima lo insignirono del titolo di Priore onorario del loro antico Ospedale di Cesena.

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