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ERNST CHRISTIAN FREDERIK PETZHOLDT La famiglia dei Candolfi (o Gandolfi) compare sul
territorio dei Castelli Romani agli inizi del secolo XII, tra i resti
dell'antichissima villa domiziana; possiedono il nucleo originario della
futura Castel Gandolfo, insieme ad altre terre sul lago di Nemi. Per
compensare i danni causati da pesanti saccheggi la famiglia rinuncia
a tali proprietà. Verso la fine del (sec.XIII) il castello è
già dei Savelli, e lo sarà a lungo, con intervalli frequenti
causati da confische papali imposte e poi revocate e numerose manovre
di compravendita. Nel 1596 la Camera Apostolica assorbe il Castrum
Candulphi insieme a Rocca Priora, ponendo fine alla lunga dominazione
feudale dei Savelli. L'autore del dipinto esposto è il danese
Petzholdt. Allievo di Eckesberg all'Accademia di Belle Arti di Copenhagen,
fece numerosi viaggi al di fuori della sua terra natale e visitò
l'Italia in due occasioni. Questa bella veduta fonde spunti reali paesaggistici
e libero estro fantasioso. Del borgo in lontananza si scorge la cupola
del Bernini e il caseggiato arroccato sul fianco del lago. Un elemento
assai raro per simili vedute è il grande arco sulla sinistra
che introduce all'interno dell'abitato. Probabilmente si tratta dall'antica
Porta Napoletana, verosimilmente demolita dopo la metà dell Ottocento;
oggi quest'arco si troverebbe all'ingresso del corso di Castel Gandolfo
(l'effige marmorea che l'adornava venne asportata e tutt'ora si trova
su un caseggiato a quell'altezza). Il pittore indugia sul lago introdueendo
elementi di pura fantasia, come isolette o vistose rientranze della
costa. La prospettiva è manipolata: l'orizzonte dovrebbe coincidere
con la costa del lago su cui svettano solo i monti sullo sfondo, mentre
il paesaggio al di là viene "rialzato" e sulla sinistra
lo sguardo può scorgere ben altro di quanto sia realmente possible
da una simile posizione. |