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GIOVANNI (NINO) COSTA Nel soggiorno a Porto d'Anzio Nino Costa matura la
sua teoria per dipingere "Far prima, sul vero, un bozzetto di impressione
il più rapidamente possibile; e, poi, fare dal vero studi dei
particolari. Finalmente abbozzare il quadro, stando attaccato al concetto
del bozzetto non togliendo mai le pupille dall'eterno bozzetto. Lo chiamo
"eterno" poiché ispirato dall'amore dell'eterno vero".
In questo modo aveva proceduto per dipingere uno dei suoi capolavori
Donne sulla spiaggia, di Anzio. Così scrive Nino Costa
"dopo Tivoli andai, nel tardo autunno, a Castel Fusano. Poi andai
a Porto d'Anzio, dove feci il bozzetto del quadro che tuttora conservo
della "manaide", che sta nel centro di questo quadro. Dopo
una nottata piovosa, alla mattina, mentre si apriva il cielo, vidi delle
donne che avevano sulla testa strani fardelli, che poi conobbi essere
radiche di alberi, delle quali caricavano una barca. Ne ebbi una grande
impressione; e principiai il quadro che fu compiuto nel 52". Le
marine tra Anzio e Nettuno appassionarono il Costa che ha composto vari
quadri tra cui ricorderemo: Veduta di Nettuno da Anzio, Torre Astura,
Donne sulla spiaggia di Anzio e numerosi disegni, basti menzionare:
II Costume Nettunese, Pescatore di Anzio, Grotte di Nerone. In
quest'olio su Torre Astura viene fuori quel modellare dipingendo con
una contrapposizione di mosse cromatiche che caratterizza la pittura
del Costa. Molto probabilmente questa tela appartiene al periodo in
cui il pittore compose Donne sulla spiaggia di Anzio ossia quella
fase che va dal 1850 al 1853 che corrisponde al momento più fecondo
e maturo del Nostro pittore. |