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A
LBERTO
S
ULPIZI
Con esso, non è esagerato affermare, si tra-
sforma la vita quotidiana e ne diviene un punto
di riferimento, diviene parte integrante del
panorama cittadino, come dimostrano le molte
cartoline d’epoca superstiti di cui
IL TRAM
è il
protagonista. Dire che è esclusivamente mezzo
per trasportare persone e velocizzare il traffico
commerciale o vacanziero, è riduttivo: è un
pezzo della nostra vita sociale.
Concludiamo con la
VECCHIA STAZIONE
situa-
ta in piazza gen. Federico Rogier, oggi largo
Bruno Buozzi e la
NUOVA STAZIONE
appena inau-
gurata con all’interno una fumante vaporiera.
Abbiamo solo intravisto un’ epoca passata,
attraverso lo strumento didattico – iconografico
della cartolina, un modo per valorizzare le pro-
prie radici più recenti. Immagini di paesaggi stu-
pendi, di grandi orizzonti, di una civiltà preva-
lentemente agricola e contadina e dei primi segni
significativi dell’avvento della società industria-
le. Oggi con il superamento della stessa società
industriale, si sente profonda nostalgia per quei
paesaggi, per quelle vie e piazze, polverose ma
prive di asfalto e cemento. Paesaggi che sembra-
no suggerirci, in modo discreto, la chiave di volta
per guardare avanti, progredire ma considerare
il progresso più come qualità che quantità, consi-
derare il territorio, l’ambiente non come intral-
cio, ma come bene supremo da salvaguardare,
affinché il futuro non venga inteso come necessi-
tà di distruggere il passato, un
futuro
che
ha un
cuore antico
come ci lascerà scritto Carlo Levi
nelle sue opere letterarie.
E come nel medioevo troviamo i cantastorie,
assimilabili a giornalisti dell’epoca, che viag-
giando di paese in paese tramutano in canto ed
immagini disegnate, personaggi e luoghi, storie
a loro tramandate, come con l’invenzione della
fotografia l’informazione diventa una realtà
concreta e, sostituendosi in parte alla pittura,
l’obiettivo diventa il prolungamento dell’occhio
della gente, così la cartolina si rivela insostitui-
bile nella ricerca e nella documentazione etno-
grafica e socioculturale, con la riscoperta di
immagini belle ed animate, con la didascalia e
spesso la data a dare una impronta di ufficiali-
tà che le semplici fotografie non sempre ci pos-
sono lasciare in eredità.