L
A CARTOLINA
ILLUSTRATA
,
come tutti
sanno, si presenta al destinatario come
un rettangolo di cartoncino di pochi centi-
metri. Su di un lato, di solito, una veduta od un
altro soggetto; sul lato opposto uno spazio per
scrivere una data, un saluto, una firma con cui
sembra esaurirsi la sua funzione, oltre beninte-
so, l’indirizzo del destinatario.
Giunta a destinazione però, accende un sor-
riso e mentalmente si risponde al “ti ho pensa-
to” con un “grazie del pensiero”, fragile anello
di carta con cui comunicare, brevemente, velo-
cemente.
Dalla fine dell’ottocento in poi, una infinità
di cartoline, come un silenzioso sciame di farfal-
le multicolori, raggiunge la gente ovunque nel
mondo.
La cartolina illustrata va però oltre il comu-
ne saluto, muove il ricordo di uomini e di cose,
riesce a richiamare in vita, sia pure per fugaci
momenti, personaggi di un tempo passato
quando si usava esporle in bella mostra, inca-
strandole nella scanalatura del vetro di un’anta
della credenza o custodirle in voluminosi album
dal “sapore” liberty.
Spinto dalla passione che nutro verso le colle-
zioni in genere e in particolare per la cartolina,
ho raccolto, in trent’anni di ricerca, un campio-
nario sufficiente di immagini, per approfondire
la conoscenza del paese che amo, di cui mi sento
figlio e per mostrare come cartoncini di poche
pretese, hanno il potere di conservare ed evoca-
re interessanti momenti e cose del passato
(Giuliano Carnevale, Retrospettiva Fondina).
Mio unico compito è soffiare sullo strato di pol-
vere lasciato dal tempo, recuperando da quei foto-
grammi momenti di vita passati, ma non perduti.
L’età dell’oro della cartolina illustrata va
dagli ultimi anni dell’ottocento alla prima guer-
ra mondiale. Affidata sovente, alla mano di pia-
cevoli illustratori, non di rado artisti importan-
ti, quindi all’obiettivo di abili fotografi, la carto-
lina apre l’età della comunicazione di massa.
Cartoncini colorati percorrono il mondo grazie
alla corrispondenza fra parenti ed amici, qualche
volta fra appassionati collezionisti che ne fanno
scambio, con la stessa funzione ma anche con
molta meno poesia degli odierni
“messaggini”.
Le cartoline mostrano la storia con la esse
minuscola e non è affatto certo che valga meno
della storia ufficiale tanto è vero che quest’ulti-
ma sta continuamente rivedendo i propri giudi-
zi; si pongono come documenti di vita offerti a
chi li sa leggere ed il collezionista raffinato, con-
sidera oggi quei cartoncini colorati come ogget-
ti di antiquariato, testimoni della storia, dell’ar-
te, del costume di un’epoca.
Chi ha inventato e quando la cartolina?
L’ampia letteratura e purtroppo lo spirito di
campanilismo, rendono impossibile una rispo-
sta definitiva. E’ una nascita forse quasi spon-
tanea, figlia di alcuni elementi fondamentali
del XIX secolo: i nuovi metodi di stampa e
l’enorme sviluppo del servizio postale, legato
alla nascita delle ferrovie ed alla adozione,
merito di Rowland Hill, del francobollo.
La prima idea di affidare alla posta non solo
delle lettere sigillate, ma anche dei cartoncini,
più leggeri e sbrigativi, è del barone von
Stephan, che la sottopone all’esame delle Poste
Imperiali nel 1865. Ottiene un rifiuto, che verrà
ribadito nel corso della Conferenza Postale di
Karlsruhe del 1867.
Ma ormai l’idea è matura ed il 1 Ottobre 1869
l’amministrazione postale Austriaca mette in
vendita la Corrispondez Karte, cm. 12,2x8,5, con
stampato, su cartoncino avorio, nel tradizionale
angolo a destra, in alto, un francobollo da 2
kreuzer, con la scritta Corrispondenz Karte al
RECTO
dove può figurare solo l’indirizzo del
destinatario, mentre il resto della corrisponden-
za viene riportato al
VERSO
.
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A
LBERTO
S
ULPIZI
La storia sono fatti che finiscono col diventare leggenda
le leggende sono bugie che finiscono col diventare storia.
Jean Cocteau
In Italia ci sono troppi
laureati in lettere…e nessuno in cartoline.
Principe Antonio De Curtis