A
l termine del secondo conflitto mondiale,
ricorda il prof.
Giorgio Pagliuca
presidente
dell’Istituto Culturale Italo Tedesco sezio-
ni di Nettuno, Anzio ed Ardea nonché
responsabi-
le
dei gemellaggi per il comune di Anzio, inizia
lentamente, una lunga e faticosa ricostruzione di
un’Europa da riedificare su macerie anche intel-
lettuali e morali; un’Europa diversa che
non è
solo un
concetto geografico,
dopo un conflitto che
ne aveva annientato lo spirito e l’esistenza,
un’Europa che torna ad essere una
realtà
perce-
pita da menti illuminate sempre più numerose.
In tutta Europa, durante il conflitto mondia-
le, nascono spontaneamente movimenti e cor-
renti di pensiero che vedono nell’europeismo il
loro ideale. Nel 1942 gli antifascisti al confino
sull’isola di Ventotene, emanano il “Manifesto
per un’Europa libera e unita”.
Pochi anni dopo De Gasperi, Schumann,
Adenauer, “i grandi europeisti”, danno un
coraggioso e lungimirante inizio a quel processo
di unificazione europea che, 60 anni dopo, è in
parte concluso.
Il 1° gennaio 1958, con l’entrata in vigore dei
trattati di Roma del marzo 1957, nasce la
Comunità Economica Europea
(Italia, Germania,
Francia, Belgio e Lussemburgo e Paesi Bassi).
Nel 1946 vengono alla luce: la CECA
(Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) e
5 anni dopo il MEC (Mercato Comune Europeo)
e l’Euratom (Comunità Europea dell’Energia
Atomica); queste tre comunità, confluiranno poi,
con il
Trattato di Maastricht, il primo novembre
1993
, nella Comunità Europea a formare il pila-
stro della Unione Europea.
E’ in quegli anni che si comincia a costruire
l’Europa su un fertile terreno che, a vari livelli,
già conosce il seme di una cultura europea e
mitteleuropea e che, nonostante diversificazio-
ni linguistiche ed una storia apparentemente
diversa, ha
destini comuni,
in totale contrasto
con i nazionalismi che avevano spinto le varie
nazioni nel baratro della guerra. Con la pace, i
cittadini europei riprendono
i viaggi
: dal nord
riprende il flusso turistico ed intellettuale verso
i paesi del Mediterraneo, caldi, accoglienti e ric-
chi di storia, cultura, ospitalità. Dal sud ripren-
dono i viaggi della speranza di milioni di emi-
granti verso le fredde e ricche terre del nord.
Gli uni e gli altri portano con loro una lin-
gua, una cultura, una filosofia e un modo di
vita: inizia una lunga marcia che porterà milio-
ni di persone a protendersi verso il futuro, nella
pace e nella libertà, nel ripudio delle guerre e
con la costante aspirazione alla fratellanza fra i
popoli, il diritto alla cultura e all’istruzione, il
diritto al lavoro, alla libertà di movimento, alla
conoscenza e alla ricerca del bene comune di
tutti gli individui e di tutta la società.
Ma mentre i confini tra i vari stati dividono
ancora i cittadini europei e fermano la loro incon-
scia voglia di Europa, la maggiore facilità di viag-
giare, di informarsi, di comunicare, di vedere e di
sapere, la facilità di conoscere avvicinano ineso-
rabilmente i destini dei futuri cittadini europei.
Uno degli sbocchi di questa voglia di cono-
scersi, di confrontarsi, di frequentarsi sono i
primi gemellaggi tra gruppi di cittadini, tra
città e paesi della vecchi Europa.
All’inizio nascono quasi per caso. E’ l’emi-
grante che, nella sua voglia di integrarsi, avvici-
na il proprio paese d’origine a quello di adozio-
ne; è il turista che cerca una continuità ideale
intellettuale e culturale nei paesi che visita; è il
politico che cerca di allargare le prospettive
internazionaliste dei propri concittadini; è l’in-
segnante, lo studente, l’amico di un’altra città
europea che si apre a rapporti molto diversi da
quelli che pochi anni prima vedevano soldate-
sche straniere marciare per le contrade europee.
Il gemellaggio tra città europee più vecchio è
quello del 1946 tra
Orléans (Francia) e Dundee
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A
LBERTO
S
ULPIZI
La storia sono fatti che finiscono col diventare leggenda
le leggende sono bugie che finiscono col diventare storia.
Jean Cocteau
Su le rose si possono far po sie,
quando si ha a che fare co le mele, bisog a morde le
Wolf g Goethe