U
NA REGINA SEDUTA SUL MARE
288
I coltivatori che vi si insedieranno subito
dopo il disboscamento della zona, sentiranno il
bisogno di raggrupparsi in villaggi di capanne
per trascorrere con maggior sicurezza le notti.
Prende vita così spontaneamente un villaggio, i
cui abitanti svolgono come attività principale la
coltivazione di piccoli fazzoletti di terreno sot-
tratti al bosco.
Il villaggio di capanne con struttura circola-
re e tetto in paglia viene abbandonato verso i
primi anni quaranta.
Ad esso si sostituiscono baracche a pianta
rettangolare, con aperture in lamiera, ma le
condizioni di vita rimarranno ugualmente
misere.
Negli anni cinquanta si vedono le prime
costruzioni moderne, un fabbricato scolastico,
tra l’altro dotato di acqua, sollevata dal pozzo
mediante aeromotore, sistema largamente dif-
fuso nelle nostre campagne fino agli anni cin-
quanta e scomparso con l’avvento dell’elettrifi-
cazione rurale.
Due cartoline
di via S. Barbara,
metà anni sessanta;
in quella scattata
dal largo omonimo
si vede la villa
del Cavalier Giuseppe Lotti.