G
ià nell’ottocento, lo Stato Ecclesiastico fa
compiere le grandi manovre dell’esercito
pontificio nella landa a levante di
Nettuno, verso le paludi Pontine deserte e deso-
late. Dopo l’Unità d’Italia ed il trasferimento
della capitale del Regno a Roma, il Ministero
della Guerra costruisce caserme nel centro
della Città Eterna, la circonda con corona di
forti e colloca a Nettuno, raggiungibile facil-
mente per ferrovia, la Scuola Centrale di Tiro
che, istituita da S.M. il Re Umberto I col regio
decreto 24 giugno 1888, entra nelle Storia
Militare Nazionale dal 1° luglio successivo.
Ceduto dall’Università Agraria, il territorio
sotto servitù, lungo quasi dieci chilometri e
largo da uno a due, ha superficie di circa 1500
ettari; si estende da Cretarossa a Valmontorio
ed è compreso fra il litorale tirreno a sud e la
strada che unisce dette località, passando per
Quadrivio Acciarella, a nord.
Nel poligono, compiono addestramenti ed
esercitazioni varie Armi dell’esercito e, soprat-
tutto, l’Artiglieria, Corpo colto che richiede la
conoscenza della balistica, cognizioni di chimica
(propulsione dei proiettili), fisica (dinamica
delle traiettorie) e matematica (calcoli relativi).
Ad inizio secolo, per l’importanza raggiunta,
il balipedio viene visitato da S.M. il Re Vittorio
Emanuele III e, nel 1908, il Municipio ne propo-
ne, senza esito, l’allacciamento alla stazione con
un raccordo ferroviario.
Dalla succitata Scuola scaturisce, nel 1915,
una Sezione Sperimentale, denominata
Direzione dal 1921 e che, ulteriormente poten-
ziata nel 1927, diviene 1° Centro Esperienze
d’Artiglieria.
Suo scopo sono controlli e collaudi di armi,
mezzi e munizioni d’ogni tipo e calibro per veri-
ficare l’efficienza degli equipaggiamenti esi-
stenti nonché i progressi nelle polveri piriche ed
i miglioramenti nella metallurgia introdotti
dall’industria nei programmi di produzione del
moderno materiale.
Negli anni trenta il Centro, ammodernato
nelle attrezzature, riceve una rete di ferrovie
tipo Decauville per i trasporti interni verso
Torre Astura mentre, contiguo alla costiera, è
costruito un campo d’aviazione, con pista in
terra battuta, piccolo hangar e manica a vento,
d’ausilio per le attività dell’artiglieria antiaerea.
Va ricordato che secondo il giornalista
Cesare Falessi, in
Vie del cielo e primi aeropor-
ti a Roma e nel Lazio
, pubblicato su
Strade del
Lazio
a cura di Armando Ravaglioli, per le edi-
zioni Newton Compton, che
a Nettuno c’è uno
dei più vecchi campi d’aviazione del Lazio, forse
il più vecchio, una striscia d’involo dentro il
comprensorio del Poligono d’Artiglieria, striscia
sulla quale fin dal 1913 si compiono esperienze
– forse le prime nel mondo – di tiro con la mitra-
gliatrice, dall’aereo, contro bersagli terrestri.
Durante la seconda guerra mondiale la striscia,
potenziata dagli americani, servirà a far discen-
dere sul campo di Nettuno i bimotori da carico
DC-3 degli alleati per sgomberare i feriti dalla
testa di ponte creatasi a seguito dello sbarco del
21/22 gennaio 1944
.
Frattanto, tra il 1934 ed il 1935, quasi a con-
fine con Anzio, sul pianoro dedicato a santa
Barbara, patrona delle fiamme nere ed oro,
viene edificata la
Caserma Piave
per ospitare la
specialità ippotrainata che è trasferita a
Bracciano subito dopo la Seconda Guerra
Mondiale, durante la quale, nel 1941, anche la
contraerea aveva lasciato il nostro Comune per
Sabaudia, dov’è tuttora.
Il 22 gennaio 1944, gli eventi bellici investo-
no Nettunia con l’arrivo degli alleati anglo-ame-
ricani: gli statunitensi sbarcano ad oriente
della cittadina ed occupano il Poligono dove, per
mesi, ammassano ingenti truppe e depositano
gran mole di materiali logistici traghettati con
205
A
LBERTO
S
ULPIZI
La storia sono fatti che finiscono col diventare leggenda
le leggende sono bugie che finiscono col diventare storia.
Jean Cocteau
Vivere ardend e no bruciarsi mai
Gabriele D’Annunzio