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NA REGINA SEDUTA SUL MARE
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I collegamenti con i Castelli e la Capitale,
ormai sicuri e solleciti, consentono al nostro
paese di uscire dal secolare isolamento, dovuto
alla collocazione geografica, fra coste e contra-
de desolate, defilato dalle direttrici dei traffici
terrestri.
I predetti progressi, permettono alla bor-
ghesia romana di raggiungere comodamente la
riviera nettunese per goderne, durante i soleg-
giati soggiorni estivi, il clima temperato e
l’aria balsamica, jodio dal mare ed ossigeno
dalle pinete.
Ne consegue l’insediamento di graziosi villi-
ni che, dal forte Sangallo, di fronte al quale
sorge la stazione, si snodano verso ponente,
lungo tutto l’arco del golfo, parallelamente al
percorso ferroviario.
A servizio dello sviluppo urbano, in data 27
agosto 1910 entrano in attività tramways elet-
trici, sostituiti nel giugno del ’39 da una filovia,
le cui attrezzature vengono distrutte durante lo
Sbarco anglo-americano del 22 gennaio 1944.
Il crescente afflusso di gitanti e bagnanti, con-
nesso col maggior benessere della popolazione
capitolina, rende necessario ridurre il tragitto
verso il Tirreno: con il 16 luglio 1920, i convogli
fruiscono della più breve e veloce direttissima
per Napoli – via Formia – fino a Campoleone,
donde con una diramazione, raggiungono
Carroceto, oggi Aprilia, per proseguire sul con-
sueto itinerario.
Frattanto, Nettuno è divenuta una ridente
cittadina la cui espansione edilizia presuppone
di trasferire la sede ferroviaria su diverso trac-
ciato che, collocato esternamente ed a quota
inferiore all’abitato, per evitare passaggi a
livello, si attesti ad un nuovo scalo.
I lavori per la variante iniziano il 21 giugno
1925. Con la terra proveniente dalla perforazio-
ne della galleria, che sottopassa villa Borghese, e
dallo scavo della trincea che taglia la periferia,
viene colmato un vasto acquitrino, noto come
palude di Nettuno, sito alla foce del fiume
Loricina, forse nell’ex area del volsco Porto
Cenone: ai trasporti provvedono delle Decauville
dette, rispettivamente, Ferrovia del Cantiere e
Ferrovia della Bonifica.
Dal 18 giugno 1934 è aperto all’esercizio l’at-
tuale, ampio capolinea F.S. ubicato presso il
municipio, i cui impianti sono predisposti, con
lungimiranza, nella duplice prospettiva del pro-
seguimento verso Littoria, oggi Latina, e del-
l’incremento demografico di Nettuno, destinata
ad ameno quartiere – satellite della città eter-
na, secondo l’assetto urbanistico-territoriale
previsto per la provincia.
Dopo il 18 ottobre 1935, grazie alla elettrifica-
zione e con l’impiego di automotrici, tipo
Littorina, il viaggio di sessanta chilometri fra
l’Urbe e la cittadina del tridente si compie in
appena quarantacinque minuti! Completa il
panorama del periodo fra i due conflitti mondiali,
la Ferrovia del Poligono, una decauville operante
nell’ambito del Centro Esperienze Artiglieria per
il movimento di militari, materiali, munizioni.
Nel secondo dopoguerra, il ruolo della rotaia
si ridimensiona, ma, esauritosi miracolo econo-
mico e mito dell’auto, i pendolari, al presente
circa 14.500 al giorno sull’intera linea fra ope-
rai, impiegati e studenti, son tornati da tempo
a preferire, per i propri spostamenti da e per
l’area romana, il mezzo su ferro, ridiventato,
più vantaggioso, dopo diversi, benché parziali,
interventi di ammodernamento e potenziamen-
to ad impianti e rotabili, rispetto a quello su
gomma, sia pubblico che privato.
Nel biennio 1984/85, ricorrendo il centenario
dell’antica strada ferrata, il cinquantesimo
della nuova ferrovia e dell’elettrificazione, non-
ché i 75 anni della tramvia, infrastrutture dav-
vero determinanti al progresso locale la civica
amministrazione decide di solennizzare l’even-
to ed il 15 dicembre 1984 viene effettuato un
treno rievocativo, locomotiva a vapore e vetture
d’epoca, che i nettunesi attendono ed accolgono
con affetto, partecipando altresì alle varie
manifestazioni collaterali.
Il 17 Ottobre 1999, viene inaugurata la nuova
stazione di Marechiaro, sulla linea ferroviaria
Nettuno – Campoleone - Roma, evento ricordato
anche da un biglietto augurale ideato per l’occa-
sione dall’amico
scrittore
e
storico
delle ferrovie
Paolo Blasimme,
autore anche dei due capitoli
sui trasporti pubblicati in questo volume.