La tramvia
A
perta all’esercizio nel 1910, la tramvia
Anzio – Nettuno viene istituita per avere
un collegamento diretto fra le due locali-
tà, allora servite solo dalla ferrovia Albano –
Anzio – Nettuno, dal 1884 passata poi alle
Ferrovie Secondarie Romane.
La concessione è ottenuta all’inizio dalla
Andreucci, Allegra & C., una ditta romana che
inizia i lavori nei primi mesi del 1910, mentre
l’inaugurazione della linea si avrà il 28 agosto
successivo. Alla prima concessionaria subentre-
ranno la Società tramvie e imprese elettriche ed
agricole di Nettuno e poi la Società laziale di
elettricità.
La linea, tutta a binario unico su sede stra-
dale con un raddoppio di incrocio circa a metà,
è a scartamento normale, armata con rotaie
Phoenix da 34 kg/m; la lunghezza di impianto è
di 2890 metri, quella di esercizio di 2740, men-
tre sulla linea si hanno una pendenza massima
del 49 per mille presso Anzio ed un raggio di
curvatura minimo di 25 metri.
Uscendo dal deposito di Nettuno il tram per-
corre la via Santa Maria e raggiunge piazza
Umberto I, oggi piazza Mazzini. Transitando
poi davanti al comando militare segue via
Vittorio Emanuele III, oggi via Gramsci, e pas-
sando davanti alla stazione raggiunge il
Belvedere.
Si affianca poi alla linea ferroviaria e costeg-
giando il muro di villa Borghese entra in Anzio
percorrendo via Nettuno, terminando infine in
piazza Garibaldi.
La trazione è a corrente continua a 550 V con
usuale sospensione trasversale, mentre l’ener-
gia è fornita da una piccola centrale idroelettri-
ca che utilizza l’acqua del lago di Ninfa, con una
sottostazione di conversione da 150 kW annes-
sa al deposito.
Il materiale rotabile è costituito all’inizio da
quattro motrici a due assi (1-4) e da, pare, quat-
tro rimorchi giardiniera; le motrici, su telaio
delle officine Reggiane con equipaggiamento
Brown Boveri, dispongono di due motori da 60
CV e usuale controller serie-parallelo.
Il parco rotabili si accrescerà successivamente
con una motrice 5 proveniente da Ancona, dove la
rete tranviaria è gestita dalla stessa società, e con
due motrici della SRTO di Roma, numerate 6 e 7,
una delle quali in origine è la 393 a Roma.
Il traffico sulla linea è sempre modesto, con
convogli per lo più formati da motrici isolate.
L’esercizio tranviario cesserà il 16 giugno
1939, sostituito da una linea filoviaria; que-
st’ultima avrà però avere vita brevissima per-
ché, danneggiata dalla guerra, alla cessazione
delle ostilità non sarà riaperta all’esercizio.
La ferrovia
Il 14 luglio 1846, in pieno potere pontificio e
nel periodo della protostoria ferroviaria laziale,
è presentata a Papa Pio IX una primissima e
prestigiosa proposta che colloca il nostro centro
sulla congiungente costiera fra Capitale e confi-
ne campano, ma ben presto e purtroppo, preva-
le il progetto dell’itinerario interno ciociaro-
casertano, consacrato nelle decisioni definitive
del 7 novembre dello stesso anno.
Sfumato il sogno, solo il 23 marzo 1884, a
quasi quaranta anni dai primi progetti, con
l’inaugurazione della linea secondaria da
Albano, Nettuno è unita alla rete ferroviaria
nazionale, attraverso il nodo di Cecchina, sulla
Roma – Napoli via Velletri – Cassino.
La strada ferrata subentra all’ordinaria, le
Consolari degli antichi romani, e la trazione
meccanica, il treno a vapore, a quella animale,
la diligenza di pontificia memoria.
193
A
LBERTO
S
ULPIZI
La storia sono fatti che finiscono col diventare leggenda
le leggende sono bugie che finiscono col diventare storia.
Jean Cocteau
Bisogna avere il caos d ntro di sé
per generare una st lla danzante
Friedrich Wilhelm Nietzsche