S
ituata a sud di Roma, sulla costa tirreni-
ca, Nettuno costituisce oggi con Anzio
quasi un unico agglomerato. Reperti
archeologici provenienti da grotte situate lungo
tutto il litorale attestano la presenza di insedia-
menti umani fin dall’epoca paleolitica. La costa
su cui sorge questo agglomerato è formata da
una particolare roccia sedimentaria:
il macco
.
Originariamente, la presenza più significati-
va sulla costa è
A
NTIUM
, capitale dei Volsci che
dispone di un porto sito alla foce naturale del
fiume Loricina detto “caenon”, fangoso; l’acropo-
li invece domina da un’altura dell’immediato
retroterra, anche se
C
LAUDIO
R
ENDINA
, su
Guida
insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle
curiosità del Lazio
, sostiene che precedente ad
Antium sarebbe una
N
EPTUNIA VOLSCA
, costruita
intorno al tempio del dio del mare, che sorge sul
promontorio, posto sullo scoglio più alto della
costa a picco sulle onde, fra fitti boschi di olea-
stri, pianta sacra al dio Nettuno, mentre il cen-
tro abitato è lungo la costa e i suoi resti oggi
sono sul fondo del mare, distrutti da una serie di
terremoti. Prima della costruzione del porto
turistico affiorano dalle acque dei ruderi, tra cui
il famoso scoglio Orlando, alla cui base si posso-
no scorgere delle colonne. Secondo una leggen-
da, al centro del borgo medioevale, dove sarà poi
eretta la collegiata di San Giovanni, viene
costruito un tempio sacro a Nettuno, dio del
mare, circondato da un bosco ai cui rami i nau-
fraghi appendono tavolette votive. Una scala di
marmo collega l’edificio sacro al mare, come si
può vedere nella
RICOSTRUZIONE FATTA DAL DISE
-
GNATORE
O
RER
ed ideata dal giornalista Oscar
Rampone e dal pittore Giorgio Keil.
Secondo il sito web dell’Associazione
Culturale Informare, al suo interno un sacello è
dedicato ad Anfrite, moglie del dio, ed un altro
alla Ninfa Venilia, madre di Turno, re di Ardea e
regolatrice delle maree. Da scavi effettuati sono
rinvenute quattro aree rostrate, in cui sono raffi-
gurate: Nettuno con un delfino, Eolo che suona la
buccina, un vascello che naviga ed un tridente.
Nel mese di giugno in onore del dio Nettuno si
celebrano i L
UDOS
N
EPTUNALES
e durante i sacri-
fici al dio, le viscere dei tori sono gettate nelle
acque. Nei pressi del tempio, sulle foci del
Loricina, viene costruito il porto Cenone, orgo-
glio dei Volsci per i suoi intensi traffici e temuto
dai Romani per la sua importanza militare.
Solo dopo lunghe e dure lotte, i Volsci vengo-
no sconfitti dai Romani (338 a.C.), il Cenone
cade in oblio ed Antium ne diviene colonia tanto
fiorente che, in età imperiale, si estende senza
soluzione di continuità, da Tor Caldara a Torre
Astura. Ancora oggi sussistono vestigia testi-
moni di quell’aureo periodo che termina con la
caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
Stradone afferma che in età Augustea non vi è
porto tra Anzio e Nettuno, sarà Nerone a
costruire un nuovo approdo ad Anzio nei pressi
del suo palazzo. L’antico centro intorno al
Cenone, una volta distrutto il porto, diviene un
quartiere di Anzio e nei pressi del tempio del
dio del mare, i patrizi romani costruiscono son-
tuose abitazioni e tra queste secondo una certa
tradizione sembra anche quella di Cicerone,
dove oggi sorge il borgo medioevale.
Nella seconda metà del V secolo d.C., l’Italia
viene invasa da orde barbariche di origine ger-
manica: dapprima i Visigoti nel 410, quindi i
Vandali di Genserico nel 455 ed infine i Goti nel
537. La mancata occupazione di Anzio da parte
dei Goti, diversamente da quanto accaduto ad
Ostia, potrebbe indicare la perdita di importan-
za strategica da parte della città.
Caduto l’Impero Romano, Roma, che conta
circa un milione di abitanti, si spopola quasi
completamente e la popolazione rimasta, soven-
te cerca rifugio nei boschi nei pressi della città,
mentre ad Anzio, distrutta dai Goti, i profughi
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A
LBERTO
S
ULPIZI
La storia sono fatti che finiscono col diventare leggenda,
le leggende sono bugie che finiscono col diventare storia.
Jean Cocteau