L'incontro con la pittura di RODOLFO MONACO ha il sapore di una scoperta: la sua personalità è schiva e la sua ispirazione è pervasa dalla sottile malinconia che accompagna sempre una sensibilità sofferta e profondamente umana, espressa con profonda coscienza e serenità di impegno.
Monaco aggredisce la tela con impasti tonali densi di terre, con una plasticità materica che gli viene dalla scultura ma il suo discorso è liberatorio e si alleggerisce nella ricerca di una dimensione interiore in forte ansia di espansione.
Spesso la fantasia è contenuta in precise linee geometriche, in un equilibrato gioco di ritmi e di spazi ma sempre esprime inequivocabilmente una spinta verso conquiste interne scandite dal ritmo del tempo.
Un segreto sofferto senso di solitudine lo spinge alla ricerca di valori che idealizzano la figura umana come mitico rifugio, laddove il sogno si identifica nell'ancestrale nido della vita.
Una parola a parte per la grafica. Il segno è guizzante e sicuro, fluido e graffiante, essenziale. Le sue figure vivono, le sue astrazioni sono flash di un'ansia che la sua mano ha fissato per sempre.
E questa tormentata ricerca di se stesso, pervade tutta la produzione di Monaco ancora certamente in evoluzione e si esprime palesemente in uno dei suoi dipinti a nostro avviso più significativi: un uomo che con le braccia alzate cerca di sollevarsi, fra una sovrumana spinta verso l'Alto.
Lella lucci Salomone |