Pagina 121 - NETTUNO LA SUA STORIA

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Estinta la famiglia Pamphilj nel 1760, tutti i loro beni passarono alla
casa dei Principi Doria di Genova, che nel 1834 cedettero in permuta il
palazzo al principe Francesco Borghese. La famiglia Borghese donò
infine nel 1988 alla Curia di Albano parte del piano terra e tutto il piano
nobile, nei quali dal 1854 al 1985 avevano svolto la loro opera di mae-
stre le suore Figlie della Croce. Il resto del palazzo, dopo essere stato
suddiviso in appartamenti, era già stato venduto a privati nel 1959.
La struttura, costruita sulla scarpata che giunge a lambire la riva
del mare, si eleva per tre piani su Piazza Colonna e per cinque dalla
parte di mare. ‘E possibile attribuire l’impianto progettuale al gesuita
Benedetto Molli, che per il principe Camillo Pamphilj costruirà pochi
anni dopo il palazzo di Valmontone. Significativi interventi in corso
d’opera furono effettuati dagli architetti Giambattista Mola e
Francesco Buratti.
Le decorazioni degli interni furono affidate al pittore Pier
Francesco Mola (Coldrerio 1612 – Roma 1666). Dopo i danni subiti dal
palazzo per gli avvenimenti che travolsero Nettuno nella seconda
guerra mondiale, del ciclo originario permangono tredici affreschi:
uno nel piano terra e dodici nel primo piano.
L’affresco del piano terra è la
Visione di Mosè
; l’opera coglie il
momento in cui il Signore appare a Mosè e gli ordina di levarsi i san-
dali, perché il luogo in cui si trova è terra sacra.
Nella Galleria del piano superiore rimango otto dei venti affreschi
ricordati dalle fonti storiche. Nella volta si conservano due medaglio-
ni, l’uno ovale e l’altro ottagonale, con le figure allegoriche della Pace
e della Sapienza, cui si alternano due quadri rettangolari, raffiguranti
dei putti che reggono dei rami di olivo e delle colombe. All’interno di
tre lunette della volta sono rappresentate delle scene di genere: una
coppia di giovani con il capo fasciato da turbanti che si affacciano da
un parapetto sul quale è posato un vaso di fiori; un ragazzo che addi-
ta ad un uomo dall’espressione malinconica qualcosa che avviene
sullo sfondo, oltre un portico; due colombe che sostano su un davan-
zale, cui fanno sfondo alberi ed uccelli in volo. Un affresco di maggio-
ri dimensioni domina una parete del lato minore della galleria: rap-
presenta Sant’Eustachio mentre si dispera per la perdita dei due figli,
rapiti da un lupo e da un leone. La parete opposta è occupata da un
grande bassorilievo con ghirlande di fiori e frutta, che contorna lo
stemma di Innocenzo XII: ricorda il viaggio di questo papa a Nettuno
nel 1697 ed il suo soggiorno nel palazzo.
Negli ambienti che si aprono sul salone restano altri quattro affre-
schi rappresentanti:
l’episodio della distruzione del volsco porto Cenone da
parte dei Romani, la Visione di Giacobbe, l’episodio biblico di Lot e le figlie,
ed il Sogno di San Giuseppe.
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Palazzo Pamphilj. Facciata.
Palazzo Pamphilj. Allegoria della Pace.
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LI EDIFICI ANTICHI