Pagina 115 - NETTUNO LA SUA STORIA

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Ingresso al Cavone
che dalla base delle mura permetteva
una rapida salita in Via del Forno a Soccio.
Portone di cantina in Via del Baluardo.
di R Alfonsi.
Portale d’ingresso dell’abitazione
di Giacomo Filippo De Baptistis
in Via del Baluardo.
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ASTELLO
Laura Baiocco
Via dello Steccato e Via del Cavone
Le due vie sono i resti del cammino di ronda posto sulla sommi-
tà delle mura castellane. Al completamento con una struttura lignea
del suo muretto di protezione o alla presenza di una ringhiera in
legno della scala di accesso al lato est può essere legato il nome di
Via dello Steccato. Su questa camminamento gli ingressi delle abita-
zioni che vi prospettano sono stati aperti in epoca relativamente
recente; la via non è, infatti, presente in un rapporto del vicegover-
natore di Nettuno del 1857 nel quale sono indicati i nomi di tutte le
vie e piazze cittadine, comprensive per ognuna del numero degli
ingressi delle abitazioni.
Il dirupo che dal lato mare delimita la parte più antica dell’abitato
era in origine privo di opere murarie. L’accenno presente nell’iscrizio-
ne della torre del palazzo baronale a nuove fortificazioni fatte da
Marcantonio Colonna può essere relativo alla sistemazione di questa
parete. Anche dopo i restauri operati alle mura dallo Stato Pontificio
nel 1867 la parte della falesia prossima alla Rocca degli Orsini fu
lasciata allo stato naturale; la nuda parete indicata come il “
Cavone
ha dato prima il nome al corto vicolo che partendo dall’attuale Piazza
Marconi ne permetteva l’affaccio, e poi a tutto il tratto della
Marciaronda
” che si arresta a lato del Palazzo Segneri. Dopo la secon-
da guerra mondiale la parte del camminamento che si affacciava sul
Cavone
” è stata arbitrariamente chiusa da un privato con un cancel-
lo, anche grazie alla tiepida opposizione delle autorità cittadine; que-
ste in seguito hanno autorizzato i proprietari delle case di Via dello
Steccato alla sua chiusura notturna con due cancelli.
Cavi
o
Cavoni
erano chiamati i passaggi praticati sotto le abitazio-
ni del borgo medievale per i quali dalla base delle mura, si poteva
giungere direttamente nell’interno del paese. Oltre a questo, che era
anche attrezzato con una scala, ne esistevano altri due: uno sbucava
in Via del Forno a Soccio, in corrispondenza della porta marmorea,
aperta nelle mura sottostanti, e l’altro in Via del Baluardo, all’altezza
della porta est.
Le Vie di Sopra, di Mezzo e di Sotto
Erano questi i nomi delle tre vie parallele che da Piazza Colonna
raggiungono il limite est del borgo medievale. La Via di Sopra prese
in seguito il nome di Via del Baluardo, perché da essa si poteva salire
sulle mura e raggiungere il torrione di Urbano VIII. Era collegata
attraverso un passaggio coperto, il Vicolo del Baluardo, alla Via di
Mezzo, attuale Via Andrea Sacchi. La Via di Sotto costeggiava il palaz-
zo dei Pamphilj, ed era conosciuta anche come Via della Fontana per-
ché raggiungeva l’acqua sorgiva della Fontana Vecchia. Nella seconda
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