"Millenovecento" e una parola che useremo sempre meno, ma nella nostra memoria rimarrà incancellabile, per tutto quello che alla nostra città è accaduto, nel bene e nel male, nei grandi eventi e nei fattii di tutti i giorni.
Sono stati cento anni sconvolti dalla furia di due guerre mondiali, da un diffuso degrado dell'ambiente naturale, ma sono stati anche cento anni che hanno portato le più rapide e profonde trasformazioni della società, del lavoro, delle scienze della tecnologia e della arte.
Un secolo in cui abbiamo appreso da uomini e donne di grande valore l'orgoglio di identificarci con loro, la fierezza dell 'appartenenza a questa terra, l'entusiasmo per partecipare alla costruzione del futuro
Tanti sono stati i protagonisti di un secolo che ha cambiato il volto di Nettuno, la sua forma urbana e i suoi riferimenti culturali, il tessuto produttivo e il sentimento religioso: cambiamenti che hanno prodotto la più forte crescita demografica, economica e sociale che si sia mai conosciuta, nonostante le sottrazioni di ampie zone del territorio comunale che abbiamo dovuto subire per consentire la nascita di altri comuni dalla parte meridionale, dopo i tagli che avevamo già subito nel secolo precedente nella parte settentrionale. Ci sono state portate via due importanti costole di oltre tremila ettari, e queste drastiche amputazioni hanno finito col mortificare le giuste aspirazioni di questa città nei confronti dell'area metropolitana romana e delle confinanti province di Roma e di Latina.
Protagonista è stata anche la moltitudine immensa dei volti e dei nomi della gente comune, quelli che non sono segnati nei libri, nelle foto e nei filmati, tutti quelli che hanno lavorato e sofferto su questa nostra terra.
Protagonisti i soldati nettunesi caduti in guerra, per la difesa degli ideali in cui credevano.
Non dimenticare!
E' questo 1'imperativo che vogliamo darci. Per non rimanere soli, tra un passato che ci sfugge e un futuro ancora ignoto, isole deserte in una società che non riconosceremmo e non ci riconoscerebbe più, se dovessimo perderne la memoria. "La memoria diminuisce -diceva Cicerone duemila anni fa- se non la tieni in esercizio".
Gli anziani ritrovino nelle immagini che riproponiamo momenti e volti ad essi noti. I giovani traggano da queste memorie un motivo in più per amare la loro città e per farla diventare grande e bella.
Non è un viaggio nostalgico nel passato, alla ricerca di affetti, ricordi, sapori o circostanze, ma il tentativo di raccogliere nel pugno di una mano, senza enfasi e senza retorica, un secolo di vita cittadina, per conoscerlo e tramandarne la memoria a quelli che verranno e a quanti oggi sono troppo giovani per ricordare.
C'è stato un tempo in cui una giornata era così lunga che sembrava durasse un secolo. Ora è tempo di cambiamenti casi profondi e progressi così rapidi che un secolo sembra passare in una sola giornata.
Noi vogliamo che un secolo duri un secolo e una giornata duri una giornata, con tutto il tempo che ci occorre per stare bene, per il lavoro e per la ricreazione, per la famiglia e per l'amore, per figli e per i nonni, per noi stessi e per gli altri, per l'azione e per l'emozione.
Dalla Residenza Municipale, 28 aprile 2001
Vittorio Marzoli Sindaco
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