Pagina 58 - S ANTONIO ABATE

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N
ETTUNO
, F
EDE E FOLCLORE NELLA FESTIVITÀ DI
S.A
NTONIO
A
BATE
56
Nella Cappella della Madonna degli Angeli
vi era una lastra in memoria del legato
Leonardo Trippa di Nettunese che avendo
fatto decorare un altare della chiesa, aveva
diritto a otto messe (2 maggio 1614). Nella
Cappella del Carmine vi era una memoria di
Jacobo Sacchi di Nettuno, del 1608. Oggi
queste lastre marmoree, insieme a quelle del
nettunese Paolo Trippa del 1675 (messe da
celebrare) e di Ercole Taracchi (ricorda un
lascito ai PP. Francescani) si trovano nella
parete laterale destra intorno all’affresco di
S.Antonio Abate.
A sinistra dell’altare centrale vi è la più
antica lapide (1582) per un Francesco Trippa
che avendo donato al convento una casa,
aveva diritto a messe per defunti.
Il convento era piccolo e con poche
comodità religiose, senza alcun Padre
graduato né vi era stato mai celebrato il
Capitolo.
L’iniziale convento di S. Bartolomeo
Apostolo non è stato mai posto sotto la
giurisdizione del Vescovo e nella visita della
diocesi di Albano del 1636 vi erano cinque
sacerdoti e due laici in una struttura di sette
camere. Negli anni successivi il numero dei
religiosi rimase sempre lo stesso quasi ai limiti
per svolgere una vita religiosa regolare.
La vita religiosa vi fiorì nella semplicità,
povertà e bontà degli animi, come riferisce B.
Theuli e A. Coccia nel libro della Provincia
Romana dei Frati Minori Conventuali, con