Pagina 51 - S ANTONIO ABATE

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V
ITA E
D
ETTI DEI
P
ADRI DEL
D
ESERTO
DIRETTIVE DEL SANTO PADRE ANTONIO
estra:e dalle sue venti le:ere
1. Penso essere tre le vie con le quali la grazia di Dio risveglia l'anima dei figli dell'uomo. Alcuni mossi
dalle promesse divine e dall'istinto connaturale del bene, non conoscono indugio nel seguire l'appello di
Dio e sono imitatori del patriarca Abramo cui per primo fu indicata tale via mediante le parole: " Esci dalla
tua tribù, dalla tua patria e dalla casa paterna e va verso la terra che ti indicherò" (Gen 12, 1 ). L'anima
disposta a tanta prontezza con facilità acquisterà le virtù, avendo il cuore pronto ad accogliere la pienezza
dello Spirito Santo.
La seconda via è di quelli che leggendo nelle Scri/ure sacre i supplizi riservati ai peccatori e le sante
promesse fa/e ai giusti, con volontà sobria accordano la loro vita con l'appello di Dio.
La terza via è quella dei patimenti che Dio benignamente dona per correggere chi ha il cuore indurito nel
vizio e nel peccato; affinché si risveglino so/o la sferza del patire e pentiti, raggiungano il bene operare
(Le/era I).
2. Non perdiamo tempo dietro ai nomi della nostra parte fisica, sono cose destinate a perire. Ognuno
cerchi di comprendere il suo vero nome. Giacobbe durante la lo/a no/urna con l'Angelo, conservò il suo
nome di Giacobbe; al sorgere del sole gli fu rivelato il suo vero nome d'Israele, che significa: 'mente che
contempla Dio ' (Gen. 32, 2428). (Le/era 6).
3. Quante miriadi sono i demoni e come innumerevoli le loro volontà cangianti! Ci urgono a dir male
gli uni degli altri; a nascondere il veleno del cuore con parole dolci; a criticare l'esteriore apparenza del
nostro fratello, mentre ospitiamo in noi bestie selvagge; a litigare e a contrastarci reciprocamente,
suggestionandoci col pensiero di avere una via personale e superiore (Le/era 6, 2- collezione).
4. Prego che vi sia concesso il grande Spirito di fuoco che è stato donato a me. Se avete il desiderio di
riceverlo ed ospitarlo, cominciate con l'offerta dell'impegno ascetico e dell'umiltà del cuore, poi dischiudendo,
giorno e no/e, il vostro pensiero alle realtà celesti, cercate con cuore puro questo Spirito; vi sarà concesso.
Quando lo Spirito scenderà in voi, vi dischiuderà i misteri più alti, dissiperà dal vostro cuore la paura per
qualunque essere, uomo o belva, e la gioia celeste sarà vostro possesso inalienabile, giorno e no/e (Le/. 8).
5. Ogni creatura ragionevole, uomo o donna che sia, possiede la capacità di amare Dio e gli esseri umani.
L'uomo di Dio ama ciò che viene da Dio; l'uomo carnale ama ciò che appartiene alla carne. Amando le cose
di Dio, l'uomo cerca la purificazione da tu/e le sollecitazioni del mondo esteriore; non ama le realtà effimere,
nè i suoi impulsi naturali; prende la sua croce e seguendo il Signore compie sempre la volontà dell'Altissimo.
Dio scende nel cuore di queste creature e, prendendovi dimora, le ricolma di gioia e di dolcezza che sono
l'alimento che nutre e porta a maturazione l'anima. L'albero non cresce se non riceve l'acqua del cielo,
l'anima non sviluppa se è priva del nutrimento di dolcezza che viene dall'alto. Lo Spirito e la mite irrorazione
della dolcezza celeste conducono l'anima dell'uomo alla maturità (Le/era 13).