monaci per ungere gli ammalati colpiti dal
“fuoco di Sant’Antonio”. L’Abate, infatti, oltre
che essere Patrono dei macellai, dei contadini,
degli allevatori è anche Patrono degli animali
domestici. Inoltre gli sono riconosciute anche
grandi capacità di guaritore e molti si affidano
alla sua grazia, soprattutto chi è stato colpito
dal fuoco. Interessante è constatare che in
queste feste, oltre che onorare il Santo, nel
contempo si festeggia l’inizio del carnevale.
Addirittura in Toscana, a
Bibbiena
, dopo i
rituali simbolici legati al Santo, si tiene la
cerimonia della Mea, ossia, la regina del
carnevale storico della cittadina. In
Sardegna
,
l’antica usanza vedeva i fedeli bussare alle
porte delle case con bastoni avvolti di carta
stagnola e nastri colorati. A
Tricarico
, in
Basilicata, i giovani del paese travestiti da
mucche, vitelli e tori girano per la città
agitando dei campanacci fino ad arrivare alla
chiesa per la consueta benedizione, per poi
fare ritorno in paese dove la festa culminerà
con la sfilata delle maschere. Il tutto si
26
N
ETTUNO
, F
EDE E FOLCLORE NELLA FESTIVITÀ DI
S.A
NTONIO
A
BATE
concluderà la domenica precedente il Martedì
Grasso con il rogo del fantoccio. E’
interessante notare, infatti, che proprio nel
periodo di gennaio, vicino all’epifania, gli
antichi romani festeggiavano prima i
Saturnali, festeggiamenti del Sol Invictus, e
subito dopo i Compitali per le strade e i
crocicchi, dove le divinità avevano le loro
cappelle. Si preparavano focacce e le case
venivano addobbate con gomitoli di lana.
Antiche tradizioni narrano di strani riti
celebrati dai Celti, un tempo insediati in tutta
la Pianura Padana e nelle Alpi, nei quali
venivano dati alle fiamme fantocci di vimini
per onorare le divinità. Inoltre, bisogna
ricordare, che anticamente la dodicesima
notte, dopo il Natale, o se si preferisce dopo il
solstizio invernale e la fine dell’anno solare, si
celebrava la morte e la rinascita della natura,
attraverso la figura pagana di Madre Natura.
Si diceva che, stanca dell’anno passato,
apparisse sotto l’aspetto di una “vecchia”
strega e che volasse per i cieli a cavallo di una
scopa, pronta per essere bruciata così da poter
rinascere nuovamente. Si credeva anche che
durante le dodici notti figure femminili
volassero sui campi appena seminati per
propiziare i raccolti. Gli antichi romani
credevano che queste fossero guidate da
Diana, dea legata alla Natura. È con questi
rituali che le celebrazioni del Santo affondano,
in parte, le proprie radici nelle celebrazioni
pagane. A
Villavallelonga,
per antica
tradizione, dal tramonto del 16 all’alba del 17
gennaio, in numerose case del paese si
allestiscono le “panarde”, laute cene in cui si
espone un’immagine di Sant’Antonio Abate e