NETTUNO, piazza Umberto I (oggi piazza Mazzini)
animato cuore della cittadina. Al centro, imbandierato,
il palco della Banda Musicale diretta dalla bacchetta
del M. Angelo Castellani |
Come ci è stato ricordato dal recente volume: " Nettuno e la sua Chiesa Collegiata " di mons. Vincenzo Cerri, la nostra cittadina è ricca di avvenimenti che hanno contribuito a scrivere anche pagine importanti della storia. Mi riferisco alle origini di Nettuno, all'Antium Volsca che fu per decenni roccaforte della resistenza ai Romani, e, facendo un rapido volo, all'infelice sorte di Corradino di Svevia decisa sulle nostre coste. Ma non il susseguirsi di invasioni barbariche, né l'avvicendarsi di casati potenti, che hanno abbellito con castelli e fortezze il nostro suolo, ci suscita tanto orgoglio quanto i nomi di uomini illustri cui il nostro paese ha dato i natali.
Il celebre oratore P, Segneri che figura come un restauratore della prosa italiana e che accompagnava le sue doti intellettive con una robusta fede e una squisita bontà, il poeta A. Ongaro, il pittore A. Sacchi i cui quadri hanno meritato ottimi apprezzamenti nell'ambiente artistico. Più vicini a noi e altrettanto insigni figurano i nomi del chirurgo Guido Egidi, dello scienziato Trafelli e del musicista Angelo Castellani. E' proprio di lui che nelle pagine che seguono vorrei ricostruire la storia cercando di far emergere da essa la personalità di un uomo che rese onore alla nostra cittadina, non solo per la perizia con cui esternò il proprio genio musicale, ma anche per le doti umane che fanno di lui una vera gloria per Nettuno.
Sembra che del CASTELLANI si sia parlato, a suo tempo, soltanto per farne gli elogi, per applaudirlo, per acclamarlo anzi, dopo ogni sua esibizione, e per assicurarsene l'operato. Le ricerche eseguite intorno alla sua figura hanno dato modo di trovare, infatti, soprattutto notizie dei suoi successi di musicista e dei suoi spostamenti in varie città italiane al seguito del reggimento militare di appartenenza o in esecuzione di contratti privati di assunzione a maestro di banda. Del Castellani, insomma, sembra si sia conosciuto e celebrato tutto dal lato professionale, mentre assai poco pare sia emerso, almeno a prima vista, intorno all'uomo o meglio al " personaggio ".
Con questa impressione nella mente sono andata a parlare di lui con quelle poche persone di Nettuno che possono ricordarlo meglio: la figlia, signorina Maria, e i suoi più stretti collaboratori nella Banda comunale della Nettuno di qualche decennio fa: il signor Giovanni Simeoni e il signor Guido Andolfi. I miei interlocutori rimangono quasi sorpresi dalle mie domande. Che cosa cerco? Si, tutti i Nettunesi di mezza età hanno visto un signore già anziano fare lunghe passeggiate dalla piazza fino al Santuario, col bastone e senza mai il cappello in testa! Qualcuno sa anche dire che era uomo assai devoto e pio e che fu lui a far nascere l'iniziativa della Messa di ringraziamento che i contadini nettunesi fanno celebrare annualmente dopo il raccolto di ottobre per ringraziare comunque il " Padreterno "; o che il suo punto di ritrovo con gli amici era la farmacia della piazza o, qualche altra rarissima volta, una onesta e ben più gaia osteriola.
Ma tra queste cose di tutti i giorni, nella sua vita intima, di cui vorrei sapere qualcosa, il Castellani sembra eclissarsi, la memoria di lui sembra smarrirsi pure in chi gli fu tanto vicino. Il maestro lo si incontra raramente per la città o nei ritrovi comuni; egli passa giornate intere nel suo studio, a scrivere musica e ad esercitarsi. Poi d'un tratto si fa centro dell'attenzione di tutti. Allora anche i ricordi e le espressioni dei miei interlocutori si fanno vivi e corposi: è estate; un sole di domenica; tanta folla di paesani e villeggianti, e finalmente la banda municipale sul palco e, sul podio, il maestro Angelo Castellani, dove lo vogliono tutte le testimonianze di documenti e di persone. |