A
lla fine dell’ottocento si chiama piazza
dei Pozzi di Grano, ad indicare l’esisten-
za al centro del paese di pozzi utilizzati
come granai, notizia già documentata nel XV
secolo e confermata da cartine del XVI secolo
dove come in altre città del Lazio al centro del-
l’abitato ed in prossimità di edifici pubblici, si
trovano ambienti sotterranei da utilizzare per
la conservazione di derrate.
Secondo la testimonianza di monsignor
Vincenzo Cerri, risulta che uno dei pozzi messo
in luce verso la fine degli anni trenta, nel corso
di lavori di sistemazione della piazza, è cilindri-
co con copertura a volta.
In seguito, spariti i pozzi, la piazza assume il
nome di Umberto I, attualmente di piazza
Mazzini.
La piazza è delimitata ad ovest dal palazzo
del Presidio militare sorto nel 1890 e dal Caffè
della Posta, ad est dall’ingresso al borgo per via
Marcantonio Colonna e dal ex bar Nettuno,
attualmente gestito dai Volpi.
Ai lati sud e nord, fanno da cornice gli ele-
ganti negozi mentre i trentatre lecci qui trasfe-
riti dal Parco della Rimembranza: dodici nel
giardino centrale, dodici sul lato nord e nove sul
lato sud, regalano un po’ d’ombra nelle afose
giornate d’estate.
Nell’immagine a colori dal gusto anni venti,
sotto pubblicata, fa capolino a sinistra la vettu-
ra tramviaria numero tre, al centro una carat-
teristica carrozzella e, sullo sfondo, il bar di
Pippo Mancino, commissario prefettizio e fede-
rale di Nettuno, accanto all’antica farmacia
Tomasi ed alla macelleria un tempo del sor
Cesare e poi della famiglia Gnessi.
Circondato dal tricolore, vi è il palco dove si
esibisce ogni giovedì e domenica d’estate la
banda musicale diretta dal maestro Angelo
Castellani che, nato a Nettuno il 4 marzo 1863
da famiglia di stampo contadino, studia musica
sotto l’esercito e tra il 1880 ed il 1890 ottiene
vari premi ed onorificenze raggiungendo una
vasta popolarità.
Al centro della piazza ci accoglie la fontana del
dio Nettuno, donata dallo stato italiano alla città
in occasione dell’inaugurazione della ferrovia nel
1884, opera dello scultore Ottavio De Angelis.
Verrà trasferita dal sindaco Angelo Combi in
piazza Giovanni Torretta ora piazza del Mercato,
di fronte la propria villa e tornerà nel dopoguer-
ra nella piazza di origine con il sindaco Mario De
Franceschi, arricchita dell’attuale cornice.
Sostiene Carlo Bartolomeo Piazza in Gerarchia
Cardinalizia, che Nettuno non sarebbe solamen-
te il dio del mare, ma anche di tutti i fiumi e
laghi, come simboleggiato dal tridente che impu-
gna: a lui sono eretti templi nei quali si fanno
frequentemente sacrifici per mitigarne i furori.
Dice infatti:
qui dunque su la riva del mare
Tirreno in un promontorio giace questo popolato
e civile castello chiamato Nettuno, da un tempio
ivi dedicato a questa deità, in cui si facevano dai
viandanti frequenti sacrifici di bovi … per impe-
dire che il rumoreggiare dell’onde agitate dal-
l’impeto dei venti, provocasse rovine e naufragi
.
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A
LBERTO
S
ULPIZI
Faccio sempre ciò che non so fare
per imparare come va fatto.
Vincent van Gogh