Il Gravetto-epigravettiano dell'area pontina prima delle recenti ricerche era noto per:
a)gli strati superiori della Grotta del Fossellone (Circeo) - Blanc
b) i due giacimenti di superficie di S. Vito (S. Felice Circeo) - Bietti
c) il livello sottostante l'orizzonte Mesolitico di Riparo Blanc Taschinì
d) Grotta Iolanda (Sezze) - tipo finale (Romanelliano) - Zei
e) Riparo Salvini (Terracina) tipo finale (Romanelliano) scavi in corso Bietti
f) qualche elemento a Lido di Lavinio (Anzio) - Zei
g) nell'Agro Circense (Molella) - Zei
h) nei pressi di Borgo S. Maria (Latina) - Blanc
i) Podere La Rosa Borgo S. Maria (Latina) - La Rosa
Questi stanziamenti sono talvolta prospicienti relitti di alvei fluviali, am tichi bacini lacustri, sorgenti.
Con la scoperta di Colle Parito e Torre del Giglio ci troviamo in presenza di insediamenti di notevole entità, quasi a configurare i primi veri agglomerati abitativi all'aperto. Si tratta verosimilmente di grossi villaggi che portano un contributo nuovo alla conoscenza della frequentazione umana in un momento terminale del Wùrm quando si affermano le culture epigravettiane. Essi rappresentano i primi grandi concentramenti di cacciatori con officine in loco. Il fatto che queste imponenti testimonianze si trovino prevalentemente all'aperto, sta a significare, anzitutto una evoluzione della abitazione e condizioni climatiche ed ambientali più favorevoli nonché necessità correlate a nuove tecnologie di caccia e dì pesca. Si noti che gli insediamenti sono allineati su rilievi che vanno da quota 15 m. a Colle Parito e a quota 78 m. a Torre del Giglio, ma in posizione sempre dominante rispetto alla costa, quali ultime propaggini emergenti sul vicino litorale che dista oggi da due a cinque chilometri anche se allora era si curamente più lontano non avendo raggiunto la trasgressione Versiliana i livelli Olocenici.
L'insediamento di Colle Parito è localizzato su un rilievo prespiciente un'ansa del Canale "Cicerchia" dominante la sottostante zona lacustre, dove sgorga ancora una sorgente. Prima dei lavori di livellamento eseguiti su undici ettari di superficie, si notava uno strato di sabbia eolica sciolta per le lavorazioni agricole che aveva restituito rari rifiuti litici. Dopo il massiccio lavoro di asportazione di circa due metri di terreno, specialmente nella parte alta, si è potuto rilevare che la parte superficiale, un metro circa, era fossile, sovrastante un misto di sabbia ed argilla rossa sedimentata su di uno strato ad argille rosso-brune con forte presenza di granuli ferro-manganesiferi. Si ipotizza che i manufatti potessero essere posizionati a partire da quota meno ottanta centimetri dal livello di campagna, misura intuibile per le precedenti lavorazioni agricole susseguitesi per anni senza restituire nulla.
Tra i tanti particolari degni di nota da me rilevati, ne riferisco due:
primo, alcuni oggetti ascrivibili al Musteriano, compresi nel contesto litico dominante, presentavano chiare incrostazioni scure dovute alla giacitura nei livelli inferiori, mentre i manufatti ascrivibili al Gravettiano ne erano privi; secondo, la selce usata è diversa per le due culture, ma più o meno uguale nelle dimensioni, salvo qualche caso. Altri particolari vengono rimandati allo studio in corso.
L'insediamento di Torre del Giglio si presenta su una vasta duna fossile, eolica, dominante su ampio orizzonte un territorio ondulato, attualmente soggetto a colture a vite, sconvolto dall'aratro per la profondità di m. 1,20.
L'abitato preistorico è di estensione analoga a quello di colle Parito, ma più ricco di strumenti. Nei pressi ha origine il Fosso delle Cinfonare con la presenza di sorgenti ormai ridotte che riversano le acque dopo due chilometri nella valle del fiume Astura, oggi bonificata con una lunga e tortuosa cavata. Al presente non si nota più l'irruenza delle acque, o le estese zone allagate che configuravano paleolaghi lacustri, però possiamo risalire all'ambiente paleoecologico con la lettura di stratigrafie che si evidenziano durante le lavorazioni di sistemazione dei terrazzi alluvionali in cui si reperiscono frammenti ossei di faune Pleistoceniche.
Nell'area di Torre del Giglio, oltre agli oggetti musteriani sopra ricordati, sono presenti rari manufatti neolitici e frammenti ceramici di poca consistenza. È da ricordare che a due chilometri circa, a quota 39 m., su un rilievo prospiciente un'ansa del fiume Astura, si sviluppò, tra l'VIII ed i V secolo avanti Cristo, Satricum, città volsca e poi romana.
Le culture di Colle Parito e Torre del Giglio, al presente sono da in quadrare tra il Gravettiano finale e l'Epigravettiano antico. Nel complessi sono presenti alte percentuali di "crans", infatti, secondo una analisi prel minare, l'indice ristretto supera il 10% all'interno della categoria degli erti differenziati. Simili concentrazioni si trovano a Grotta Paglicci (Puglia), a Taurisano, e Monte Longo (Toscana) I nuovi insediamenti, da noi messi in luce, risultano importantissimi per lo studio dei complessi paleolitici di superficie dell 'Italia Centrale, comprendendo alcune migliaia di strumenti ciascuno e innumerevoli rifiuti di lavorazione Se, come si auspica, si potrà effettuare uno scavo sul giacimento di Torre del Giglio, l'eventualità di trovare un lembo stratigrafico ancora intatto con manufatti del livello Epigravettiano ci consentirà di completare od arricchire lo studio tipologico in corso. Al lavoro sono impegnate tre persone Zei, Liboni, La Rosa, non trascurando metodologie nuove, letteratura, ricognizioni paleoecologiche con geologi e suggerimenti di eminenti studiosi.
Liboni Arnaldo
Relazione tenuta per il IV° Convegno Nazionale di
Preistoria e Protostoria
Palazzo del Vicario - 8 - 9 Dicembre 1984
COMUNE DI PESCIA - MUSEO CIVICO DI PALEONTOLOGIA
MINERALOGIA ARCHEOLOGIA
Studi eseguiti nell'ambito
del Centro Studi Archeologici
e Storico-Artistici Neptunia"
e dei Centro Studi per
l'Ecologia del Quaternario
|