Ferdinand Gregorovius in” Pellegrinaggi in Italia” a proposito di
Corradino di Svevia
Astura non era più che ad un'ora di distanza, mentre passeggiava-
mo sulla spiaggia deserta, seguendo le onde malinconicamente fruscianti, fui
invaso dalla tristezza che penetra l'anima davanti alle vestigia di un
grande passato.
Non è soltanto il ricordo della fine del giovane Corradino e della
stirpe degli Svevi che da a queste rive la sua impronta malinconica e
penetra l'anima tedesca più di ogni altra, ma è anche il carattere del
paesaggio.
Quel castello è il solitario torrione di Astura, dove l'ultimo degli
Svevi: Corradino, sconfitto a Tagliacozzo, si rifugiò, e dove il tradito-
re Frangipani lo prese prigioniero e lo abbandonò in mano al crudele
Carlo di Angiò. Vicino a quel torrione il sole degli Svevi calò in mare.
Il castello di Astura, che sta di fronte alla mia finestra, mi ricorda,
come una eco nostalgica, la patria lontana ed acuisce in me il senti-
mento patrio già rianimato dalla vista della costa del Lazio...
Dante Alighieri, Divina Commedia,
Purgatorio, Canto XX, vv. 67-69
Carlo venne in Italia e, per ammenda,
vittima fé di Curradino; e poi
ripinse al ciel Tommaso
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Ferdinand Gregorovius.
N
ETTUNO ED
A
STURA NEL
M
EDIOEVO