La crisi dell'arte, nella società contemporanea, è crisi della credibilità del fatto estetico, incertezza sulla natura e sulla funzione attuale del lavoro artistico. Secondo l'impostazione sociologico-funzionalistica, compito dell'arte sarebbe quello di rappresentare e di interpretare i fatti e i problemi della società, di documentare in modo diretto e immediatamente percepibile i temi culturali dominanti, le tendenze emergenti, i conflitti e le contraddizioni sociali. Secondo l'impostazione psicoanalitico-terapeutica, funzione del prodotto artistico sarebbe, invece, quella di consentire ad ogni uomo di misurarsi con le proprie capacità in vista di una completa autorealizzazione esistenziale. Nel primo caso, il lavoro artistico viene percepito come testimonianza, come denuncia e come memoria sociale; nel secondo, esso viene reinterpretato come fruizione individuale, come contributo alla formazione di una personalità matura e produttiva. Entrambe le concezioni ritengono che la dimensione estetica rappresenti un'indispensabile modalità educativa, una categoria di primaria importanza, che deve essere posta sullo stesso piano della dimensione scientifica e filosofìca, in quanto risponde a bisogni e a problemi essenziali.
L'arte secondo impostazione sociologica e psicoanalitica, ha una duplice funzione: 1) sul piano individuale, essa si pone per il soggetto come creazione di un futuro possibile, come invenzione di un mondo in grado di trascendere l'esistente e di " aggiungere nuovi oggetti " alla creazione continua della realtà; 2) sul piano sociale, essa si pone come strumento di reinterpretazione e di verifica delle strutture, come momento di accertamento e di trasformazione orientata della prassi.
L'arte autentica si distingue dai suoi surrogati più vistosi - l'inautenticità e l'indottrinamento culturale - per la capacità che essa ha di rappresentare e di trascendere il sussistente, a livello di proposta e di reinvenzione.
L'artista autentico è legato alla sua condizione umana e sociale, non può non partire dall'accertamento della realtà fenomenologica e fìsica in cui è inserito.
Nello stesso tempo, tuttavia, l'artista autentico avverte la provvisorietà e la fragilità del reale e lavora per superare i limiti e i condizionamenti attuali, per realizzare un mondo diverso " e migliore ".
E', questo, il caso di Lamberto Ciavatta e del suo tentativo di ricerca estetica, che si svolge rigorosamente su piani e livelli tutti egualmente orientati alla trasformazione della realtà e alla sua continua reinvenzione.
CLAUDIO VOLPI
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