Pagina 22 - GEORG KEIL

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pochi settimanali. Passa anche molto tempo con i
libri di avventura. Nei primi due anni a Roma
Georg si rifiuta di parlare italiano. Poi
all’improvviso, comincerà e si esprimerà subito
correttamente. Ci spiega che non voleva parlarlo
come uno straniero, in un modo che lo avrebbe
fatto sentire ridicolo, perciò è stato zitto per tanto
tempo. “Sono sempre stato un perfezionista e non
volevo parlare male l’italiano”.
In Austria torneranno due volte, nel 1950 e nel
1951. La madre organizza un viaggio da Roma a
Mittersill per un gruppo di circa venti persone.
Per loro due il viaggio sarà naturalmente gratis
ed avanzerà anche qualche soldo. I rapporti con
familiari, parenti ed amici in Austria, si sono nel
frattempo molto allentati e raffreddati. A Georg il
viaggio piace ma non più di tanto. Ha parlato in
tedesco “
wieder wie dir die Schnabel gewachsen ist
”,
come ti è cresciuto il becco, in altre parole, come
imparato da bambino. Ma non si sente a casa sua
come invece a Roma e, certo, non gli piace stare in
Austria come invece gli piace stare in Italia.
Tornano quindi in Italia, convinti e felici della
loro scelta. A Roma, quando Georg esce da
scuola incontra la madre al laghetto di Villa
Borghese dove lei passeggia con il bambino di cui
si prende cura. Elisabeth è esasperata dai piccoli
scafi sui quali Georg monta delle vele traballanti
e fa “
segeln
“, veleggiare, nella fontana di Villa
Borghese. “In questa fontana sperimentavo i
velieri al vento”, i velieri che avrebbe riprodotto
nei suoi quadri. Lascia la scuola tedesca dopo due
anni di frequenza regolare per iniziare a lavorare.
Dal momento che è molto bravo a disegnare viene
preso come apprendista in una bottega nei locali
della ex Accademia delle Arti tedesca, non
lontana da Piazza Bologna, tenuta da due
artigiani tedeschi, Götz e Pinkl, stabilitisi a Roma
da prima della guerra, molto conosciuti ed
apprezzati non solo a Roma. Tutto si esegue quasi
esclusivamente a mano, addirittura il martello al
posto del torchio per stampare le stoffe con lastre
di linoleum sulle quali Georg crea disegni
incidendole e preparandole per la stampa delle
stoffe. Non mi pagavano, dice Georg, adducendo
il motivo che fossi un apprendista.
Quel periodo gli sarà molto utile perché lo
avrebbe introdotto nell’arte e nella tecnica
dell’incisione. Conosce poi, una signora che
costruisce paralumi. A lei piacciono molto i
disegni di Georg: i velieri o i monumenti romani
sullo stile di Piranesi. “Piranesi è stato la mia
scuola” dice Georg, ma un giorno, per caso, viene
a sapere che la signora vende i paralumi ad alto
prezzo poiché “… i disegni sono di un famoso
artista austriaco, molto affermato, e sono degli
originali”, ma a Georg dà molto poco. Elisabeth
affronterà a muso duro la signora, chiudendo il
rapporto con lei. Georg continuerà a disegnare e
a vendere qualche opera ma …sta arrivando “il
tempo delle barchette”.
G
IORGIO
P
AGLIUCA
- A
LBERTO
S
ULPIZI
20