Pagina 21 - S ANTONIO ABATE

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di Diego Velázquez (circa 1635) al Museo del
Prado. Ma l’abate Antonio, per la storia
dell’arte, è soprattutto il santo delle tentazioni
demoniache: sia che esse assumano – in
accordo con la
Vita Antonii
scritta da Atanasio
di Alessandria – l’aspetto dell’oro, come
avviene nella tavola del Beato Angelico (circa
1436) posta nel Museum of Fine Arts di
Houston, oppure l’aspetto delle lusinghe
muliebri come avviene nella tavola centrale
del celebre
trittico delle tentazioni
di
Hieronymus Bosch al Museu Nacional de Arte
Antigua di Lisbona, oppure ancora quello
della lotta, contro inquietanti demoni, scena
che fu popolarissima nel XVI e XVII secolo
soprattutto nella pittura del Nord. Tra le opere
più celebri a questo riguardo va menzionata la
celebre tavola (ca 1515-20) di Matthias
Grünewald che fa parte dell’altare di Isenheim
conservato al Musée d’Unterlinden a Colmar.
Essa è spesso citata assieme alla irriverente
incisione (circa 1480-90) di Martin Schongauer
al Metropolitan Museum of Art di New York,
New York. Vanno poi ricordate anche le
molteplici
Tentazioni
dipinte dai fiamminghi
David Teniers il giovane e da Jan Brueghel il
Vecchio, con la raffigurazione di paesaggi
popolati da presenze demoniache che
congiurano contro il santo, mentre sullo
sfondo ardono misteriosi incendi (richiamo
evidente al
fuoco di Sant’Antonio
); esse
segnarono per molti anni un genere imitato da
numerosi artisti minori. Il tema delle
Tentazioni
di Sant’Antonio
riletto con una diversa
sensibilità, si ritrova anche in non pochi pittori
moderni ricordiamo fra questi, infatti, Paul
Cesanne e la sua tentazione (circa 1875) della
E. G. Bührle Collection (Svizzera); poi la serie
di tre litografie eseguite (1888) da Odilon
Redon per illustrare il romanzo
La tentation de
Saint-Antoine
di
Gustave Flaubert.
Relativamente al XX secolo vanno menzionate
le interpretazioni date a questo tema - con
scoperta attenzione alla lezione psicoanalitica
- da pittori quali Max Ernst e Salvador Dalí,
entrambe eseguite nel 1946.
Rappresentazione sacra
Alla devozione popolare del santo sono
associate benedizioni agli animali domestici,
nonché ai prodotti dell’agricoltura e la sacra
rappresentazione della sua vita, soprattutto
nell’
Italia centrale
. La narrazione, con varianti
territoriali, si svolge su questo schema: la
scelta dell’eremitaggio nel deserto, la
tentazione da parte dei diavoli, rossi e neri, e
della donzella, interpretata da un uomo come
nel teatro elisabettiano e un particolare
elemento buffo. Infine l’arrivo risolutore
dell’angelo dal caratteristico cappello conico,
tipico delle figure con contatti soprannaturali
come fate e maghi. Nel finale, attraverso la
spada, elemento simbolico mutuato dalla
devozione all’Arcangelo S. Michele, l’angelo
aiuta il Santo a sconfiggere il male e a tornare
alla sua vita di preghiera. Sempre presente al
termine della rappresentazione la questua,
richiesta di “offerte” in vino e salsicce per i
figuranti. Esistono numerose versioni nei
dialetti locali e una versione in forma di
operetta dei primi anni del Novecento. In
Abruzzo
si svolge la competizione del
campanello d’argento
, premio alla migliore
rievocazione tradizionale.
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