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andava ancora alla fonte a prendere l’acqua, poi dopo cena faceva
pregare i fratellini e li accompagnava a letto. Ma non aveva ancora
finito e senza disturbare nessuno dicevamo il rosario e poi mi
raccontava i fatti del giorno e alla luce della lucerna rammendava i
calzoni, camicie e fazzoletti. poi, dopo aver dato un ultimo sguardo
ai fratellini, diceva le preghiere e cadeva immediatamente nel sonno.
io che tante volte non riuscivo ad addormentarmi, la contemplavo
un momento, pregavo per lei e prima di spegnere la luce la
benedicevo. Come avrei potuto immaginare un angelo migliore?»
alla luce di questo documento davvero non trovano giustifica-
zioni i colori sbiaditi e sdolcinati di un “santino” freddo e
disincarnato, tipico di certa letteratura.
C’è un legame sottile di cui bisogna tener conto nella storia del
“piccolo fiore di campo”, senza il quale la sua sarebbe una delle
tante storie a sfondo deamicisiano.
Questo legame è Dio, il valore portante, la ragione di fondo della
vita e della morte di Marietta. È innegabile come questo Signore
abbia manifestato il suo volere nel cuore e nella mente di Marietta,
praticamente da sempre.
il merito della creatura è stato quello di essersi inserita in tale
disegno, senza deviare dai tracciati dell’altissimo. abbiamo più
volte analizzato con cura e attenzione questo aspetto e sempre vi
abbiamo trovato una fiducia senza devozionalismo e come i “piccoli
di Jahwé”. Marietta di questa fiducia si fa “profezia”.
È una fede che si specchia nel quotidiano, nella concretezza del
vivere, nel servizio verso gli altri, nella gioia di essere disponibile,
nell’amore alla vergine. Dio come forza trainante: niente a che
vedere con l’immagine vecchiotta di Dio-alienazione cara alla
ideologia vetero-marxista e radical-chic. Un ruolo stimolante lo
hanno i suoi genitori, persone semplici ma portatrici di valori
autentici e solari. l’amore verso Dio, quando è limpido, matura
un’apertura verso gli altri, un atteggiamento di servizio e di
accettazione che in Marietta avranno un ruolo davvero centrale.
Di carattere timido, nei rapporti con gli estranei ha un
atteggiamento di rispetto e di educazione. Non ama fermarsi troppo
a “ciacolare” lungo la strada e prova un evidente fastidio per la
volgarità e la maleducazione. i vicini di casa più volte dicono a
mamma assunta: «Che angelo di figlia avete!».
C
apitolo
2 - M
aria
G
oretti
:
la vita e il Martirio