Pagina 20 - santa maria goretti 01

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Sono attesi nella tenuta del Colle Gianturco, terra povera e secca,
dicono infatti i marchigiani emigranti: se laggiù si stava male qui si
sta peggio. nell’ ottobre 1898, a Paliano, nasce ersilia, nello stesso
periodo gli Scelsi assumono un’altra famiglia marchigiana i
Serenelli: l’incontro fatale. Il nome Paliano si fa risalire alla massa
pulliani, un’estesa proprietà fondiaria già citata nel Patrimonio
labicano dei pontefici romani nell’VIII secolo e individuata
nell’attuale territorio comunale. Vicariato dei Conti di Segni-
Valmontone nel 1378, Paliano passa ai Colonna nel 1425 per
suffragio popolare e per merito di Martino V, unico papa della
famosa casata romana, che lo assegna pro indiviso ai suoi tre nipoti,
i quali fanno del castello uno dei più importanti centri militari e
strategici dei loro possedimenti nella Campagna romana. Durante la
prima metà del XVI secolo, dopo un’aspra lite di successione in seno
alla famiglia, Paliano diventa signorìa di Ascanio Colonna, il quale
perde la cosiddetta guerra del sale contro Paolo III e cede Paliano a
Pierluigi Farnese nel 1543. Tornato ai Colonna, il castello è
nuovamente al centro delle contese familiari, questa volta tra
Marcantonio e suo padre Ascanio. nel 1870 a Paliano, si forma una
giunta provvisoria di governo che aderisce al plebiscito per
l’annessione al regno d’Italia, mentre gli inizi del ‘900 a causa dei
contrasti con gli agrari vedono affermarsi le prime lotte contadine,
la nascita delle Leghe e delle cooperative legate ai socialisti e alle
organizzazioni cattoliche. Proprio a Paliano, nel febbraio del 1899,
a causa di un litigio del più anziano dei Serenelli, Giovanni, che si è
messo a capo della piccola comunità (Goretti/Serenelli) e che
protesta energicamente col sor Peppino, per lo scarsissimo vitto
ricevuto, porterà al licenziamento in tronco di tutti da parte del
Senatore. Vi è quindi, necessità impellente di trovare una terra ed in
fretta e l’unica opportunità sono le Paludi pontine: vi è posto nella
tenuta del conte Mazzoleni. Vi lavorano già i Cimarelli anch’essi di
Corinaldo. Di nuovo il treno a Segni per Cecchina dove due
carrettieri del Conte di ritorno da Roma li attendono, poi una
trentina di chilometri di strada impraticabile ed acqua nel ventre
della infida, pericolosa e malsana palude. Per anni si crede la
malaria, che la infesta, una malattia dovuta ad aria cattiva, miasma,
che si solleva, con la nebbia, dalla palude laddove le acque
ristagnano o corrono lentamente nei fossi infestati da alte erbacce.
L’
ICOnOGRAFIA e LA STORIA DI
S. M
ARIA
G
OReTTI