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païs, qu’elles n’en ayent conservées plu-
sieurs qu’elles ont transmises a leurs des-
cendantes, qui les conservent encore
aujourd’hui avec un soin, et une attention
qu’on ne sçauroit asséz loüer, comme d’être
habillées de rouge avec de petits corsets,
comme en portent encore à present les
femmes de barberie, d’être extrêmement
laborieuses, obéissantes, et soumises à
leurs maris, comme l’étoit autrefois sara,
fort economes, fort retirées, élevant leurs
enfans avec un soin tout particulier, en un
mot telles qu’étoient celles dont elles des-
cendent, et sans que le mauvais exemple
des femmes des villes voisines ait rien
gagné sur elles. Il est vrai, et il faut rendre
justice à tout le monde, que leur exemple
n’a fait aucune impression sur leurs voi-
sines, qui ont continué de regarder comme
des petitesses d’esprit, la soumission, le res-
pect, l’obéïssance, l’attention et l’attache-
ment que ces femmes ont pour leurs
maris»
17
.
dopo un lungo silenzio ci pervengono
notizie che si riferiscono al costume nettune-
se da due viaggiatori d’eccezione: antonio
nibby (membro ordinario dell’accademia
Romana di archeologia) e Giovanni battista
Rasi (console Generale di s.m. sarda presso
la santa sede)
18
.
Il nibby, arrivato a Porto d’anzo nel
1818, attratto dai resti dell’antica antium,
proseguì il suo viaggio verso nettuno rima-
nendo ammirato dall’abito delle nettunesi:
«Il costume bizzarro delle donne di questo
villaggio, che rassomiglia di molto all’o-
rientale, e che più vi rassomigliava un seco-
lo fa, mostra, che questo villaggio deve la
sua origine ai saraceni»
19
.
nel 1825, mentre si interessava ai pro-
blemi del porto di anzio, Giovanni battista
Rasi così scrive a proposito del costume
nettunese: «il vestiario delle donne è tutto
particolare, né vi è simile in Italia; ed è alla
moda in Roma fra gli abiti di maschera.
non usano che scarlatto le maritate e le
zitelle, e panno nero le vedove, e paonazzo
nel corruccio. sopra una camicia aperta dal
collo fino al petto, senza busto di sorta alcu-
na, portano una veste senza maniche tutta
intiera dalle spalle fino ai piedi: la quale
nella parte superiore fino alla cintura essen-
do tagliata alla vita, l’accomodano stringen-
dola sopra i fianchi, restando aperta sul
petto, e ricca di pieghe nella parte inferiore.
sopra questa veste usano un corpetto con
piccole falde e con maniche aperte sul
petto, che secondo la possibilità delle per-
sone sogliono ben guarnire nell’estremità
con gallone d’oro, o argento, e chiudono
l’apertura del petto con altro di drappo più
ricco di recamo. L’acconciatura del capo
consiste in un tovagliolo di lino guarnito
nell’estremità con diversi lavori e figure
d’oro e argento e seta a più colori, con cui
si ravvolgono il capo, in modo che la fronte
resta scoperta e coll’estremità formansi due
ali che scendono sulle spalle. Vi aggiungo-
no poi al di sopra un pezzo quadrato, cioè
di panno nero senza guarnizione le vedove,
e di panno scarlatto guarnito d’oro e d’ar-
gento le maritate. sono tenacissime di que-
ste costumanze»
20
.
Persino Gaetano moroni nel suo dizio-
nario di erudizione storico-ecclesiastica si
occupa del costume delle donne di nettuno
«rende singolare nettuno il costume di
vestire delle donne, l’abito delle quali ritie-
ne, secondo alcuni, di quello de’ saraceni, e,
secondo altri, de’ greci fondatori di anzio; e
ricche sono le stoffe, e gli ornamenti tessuti
in oro ed argento che usano, essendovi
destinzione fra le maritate, le zitelle e le
vedove. evvi ancora chi opina che tali vesti-
menta sieno le antiche de’ popoli latini»
21
.
nei primi anni dell’ottocento,
napoleone Imperatore dei Francesi (1804-
1814) e re d’Italia (1805-1814), commissio-