Pagina 26 - costume di nettuno 2

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C
LEMENTE
M
ARIGLIANI
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nute testimonianze dai vari artisti che alla
fine del Settecento e soprattutto nell’Ot-
tocento ritrassero e rimasero attratti dai
costumi popolari; (soprattutto quelli della
festa), nonché dalle testimonianze di pagine
meravigliose affidate alla penna dei nume-
rosi viaggiatori che ci hanno trasmesso
immagini struggenti della visione di una
Campagna insieme desolata e splendida.
Tra i vari artisti Bartolomeo Pinelli (1781-
1835) è quello che ha lasciato una documen-
tazione veramente importante. Nel 1809
pubblicò
Raccolta di cinquanta costumi pittore-
schi incisi all’acqua forte
in questa raccolta ven-
nero rappresentati vari vestimenti di Roma
ambientati nelle scene di vita quotidiana
quali:
la vendemmia
,
il saltarello, il gioco della
boccia
,
il gioco di mora
,
lite di Trasteverini
,
lite di
femmine
,
li pifferari
[sic]. Tra i costumi della
Campagna Romana ricorderemo quelli di
Frascati, Albano, Nettuno, Tivoli e Cervara
8
.
Nel 1810 editava una
Nuova raccolta di cin-
quanta motivi pittoreschi e Costumi di Roma,
in
questa serie figurano vari abiti tradizionali
tra i quali quello di Rocca di Papa. Nel 1815
dava alle stampe una serie che riprendeva i
soggetti già pubblicati con il titolo di
Nuova
raccolta di cinquanta costumi pittoreschi
.
Sempre a Roma nel 1819 usciva la
Raccolta de’Costumi di Roma e suoi contorni
primi pensieri di Bartolomeo Pinelli da lui
inventati ed incisi nell’anno 1815 e pubblicati
ora per la prima volta dedicati al sig. Cavalierie
Alessio Francesco Artaud
. Nel 1822 vedeva la
luce
Costumi diversi inventati ed incisi da
Bartolomeo Pinelli in 25 tavole
; vi sono rap-
presentate le varie feste romane, scene della
vita contadina e i giochi più in voga nella
Roma papalina. Sempre a Roma nel 1823
editava la
Nuova Raccolta di Cinquanta
Costumi De’contorni di Roma, compresi diver-
si fatti di briganti disegnati ed incisi all’acqua
forte da Bartolomeo Pinelli cominciati l’anno
1819 compiuti nel 1822
.
Ed infine nel 1831 riproponeva in 56
tavole i
Costumi di Roma incisi da Bartolomeo
Pinelli romano
. «Sono i costumi importantis-
simi per le istorie de’popoli e valgono a
mostrare ai posteri, i riti, le feste, i giuochi,
non che le fogge di vestire, le maniere tutte
di pubblico e privato vivere e il grado della
civiltà loro. Nella nostra Italia ne ha di bel-
lissimi e segnatamente nei paesi non lungi
da Roma, come sono Albano, Tivoli,
Nettuno, Sonnino ed altri. […] Il nostro
Pinelli adunque in ritrarre simili costumi
per naturalezza e semplicità fu sommo e
non ebbe né avrà forse mai chi in ciò lo
pareggi» (Oreste Raggi)
9
.
Affine al Pinelli è Antoine Jean –
Baptiste Thomas (1791-1834) valente pittore
ed abile litografo. Viaggiò in Italia e sog-
giornò a Roma rimanendo attratto dalla
città e dalla circostante Campagna
Romana. Negli anni che vanno dal 1817 al
1818 soggiornò a Roma con la qualifica di
Pensionnaire du Roi
. Durante il soggiorno
nella città Eterna maturò la sua splendente
opera
Un an a Rome et dans ses environs
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.
L’interessante lavoro ci offre uno straordi-
nario spaccato dell’epoca, dove sono
impresse le feste religiose e le solennità
civili durante tutto l’arco dell’anno. Con la
sua testimonianza ci ha lasciato una tavo-
lozza variegata in cui spiccano: i costumi
femminili, gli abiti delle confraternite, i fuo-
chi artificiali, le corse dei cavalli, la vita dei
galeotti, le danze. In definitiva insieme
all’opera del Pinelli un documento impre-
scindibile per la conoscenza delle tradizio-
ni popolari e dei costumi di Roma nella
prima metà dell’Ottocento.
Contemporaneo del Pinelli, abile inci-
sore ed acquarellista fu Filippo Ferrari (atti-
vo dal 1826 al 1841), a lui si deve la
Raccolta
di quindici Costumi dello Stato Romano dise-
gnati ed incisi all’acquaforte
a Roma nel 1826.
L’altra opera che ci è nota è la
Nuova raccol-