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INCENZO
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ONTI
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Lourdes, la processione veniva aperta pro-
prio da un gruppo di ragazze nettunesi in
costume tradizionale (priore). Fu una nota
nuova che destò vivo interesse. Le giovani
applauditissime vennero mitragliate da
fotografi e cineoperatori, e ciò costituì una
grossa propaganda per Nettuno»
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.
Sicuramente chi può essere testimone
ufficiale di tale ammirazione nei confronti
delle donne e del costume di Nettuno è l’or-
ganizzatore di tale viaggio: Don Vincenzo
Cerri per tanti anni arciprete della Chiesa
Collegiata di S. Giovanni. La sua eloquente
e bellissima descrizione si ritrova nella poe-
sia in vernacolo che gentilmente mi ha
voluto donare in occasione del libro già
pubblicata nelle prime pagine.
Nella mente e nelle immagini vivono
ancora le emozioni di tutto il popolo di
Nettuno, tornando con la memoria a quel
sabato 1° settembre 1979 quando venne a
Nettuno Giovanni Paolo II segnando una
delle pagine più belle della storia della città.
Una pagina ricca di fede, di devozione, di
gioia e di entusiasmo, dove lo stesso papa
guardò con ammirazione quelle giovanissi-
me ragazze vestite con l’abito nettunese.
Come non ricordare l’antica Regata
Storica Veneziana del settembre 1991, dove
tra i fasti della Serenissima, in mezzo a
coloratissime imbarcazioni rese ancora più
preziose dalla presenza di figuranti in
costume, sfilò una
caorlina,
per la Città di
Nettuno, rossa fiammante con a bordo i
bagnini nettunesi Taurelli e De Franceschi
(detto Vik) e con accanto due belle ragazze
Cipriani e Colaceci che indossavano il tra-
dizionale costume da priora. Ci ricorda
proprio Vik che le giovani nettunesi, con il
loro abito color porpora, tra sguardi ed
applausi, sono state le più fotografate.
La presenza della donna di Nettuno in
abito da festa, è stata presente in ogni mani-
festazione istituzionale della Città di
Nettuno: inaugurazione del Forte Sangallo,
visita del Presidente degli Stati Uniti
d’America Clinton.
Il fasto del costume nettunese è stato
rivivificato da un grande appassionato del
costume come Clemente Marigliani, che per
primo fece una ricostruzione degli abiti con
rigore filologico affidandosi alle capaci e
sapienti mani di Giulia Mafai e Marina
Sciarelli. Questi studi ed un’iniziale raccolta
di incisioni ed acquerelli hanno permesso la
realizzazione di varie mostre e pubblicazio-
ni
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. Nel 2000 la Rai ha mostrato il suo inte-
resse per la città di Nettuno con una giorna-
ta vissuta nel Borgo e dove il primo attore è
stato il costume delle giovani ragazze nettu-
nesi che accompagnavano le persone alla
scoperta degli angoli più belli.
Nel 2006, infine, il ritorno in Inghilterra
dell’abito della famosa priora Lea Mariola
indossato dalla nipote Antonella Martino
per il gemellaggio culturale e spirituale con
la città di Ipswich.
Vorrei concludere questo capitolo con le
parole tratte dal testo di Edoardo De Fonseca
che possano permettere a tutti i veri nettune-
si, uomini e donne, giuste ed adeguate consi-
derazioni: «Avanti di entrare in Nettuno si
scorge una pittoresca fortezza. […] La città è
circondata da mura medioevali con varie
torri rotonde. […] La situazione di Nettuno è
amenissima, e dal lato pittorico vince quella
della città sorella. […] Il costume delle donne
nettunesi, che era ricco di tessuti d’oro e d’ar-
gento, d’ornamenti, e del tutto dissimile da
quelli dei dintorni per un certo carattere
orientale, non ravviva più coi suoi smaglian-
ti colori le strade della vecchia cittadina.
Soltanto una volta l’anno, per una certa
solennità, alcune nettunesi lo indossano,
onde prender parte ad una processione reli-
giosa. È bene che sopravviva, in quanto che
nessun altro costume della provincia romana
lo uguagliò mai per artistica bellezza»
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