Pagina 240 - costume di nettuno 2

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V
INCENZO
M
ONTI
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ziamento che un fedele fa ogni anno,
immancabilmente, per una grossa grazia
ricevuta tanto tempo fa. A volte la statua fa
una sosta fuori programma e gira il volto
verso una determinata casa. È segno che lì
vi è un ammalato gravissimo e i parenti
temendo che la medicina non possa far più
nulla, si sono rivolti a lei.
La processione avanza nel tunnel di luce
trascinandosi dietro parte della folla dei
marciapiedi, attraversa piazza Mazzini e,
lungo via Catteneo, arriva alla chiesa di San
Francesco. Poi la Madonna guarda l’ospeda-
le, come a promettere la sua protezione;
torna indietro per via Gramsci e raggiunge
la chiesa di San Giovanni. Rimarrà otto gior-
ni con colui che battezzò il figlio suo»
15
.
L’abito della priora, nel tempo, non è
stato per gli abitanti di Nettuno solo un
vestito sacro per matrimonio e processione
ma spesso lo si ritrova in varie feste popo-
lari o per commemorazioni profane ma
sempre ammirato ed esaltato.
Non possiamo tralasciare il ricordo della
«bella nettunese Faustina Terenzi che a soli
35 anni nell’anno 1619 mosse in pellegrinag-
gio verso Grottaferrata già pregustando il
momento soavissimo di prostrarsi avanti la
dolce effige di Maria. Ella cavalcava in com-
pagnia di congiunti, amici e paesani. Ma
giunti che furono a Grottaferrata, proprio
avanti l’atrio della chiesa, nell’atto di scende-
re da cavallo fu colpita da improvvisa morte.
A memoria del fatto, i fratelli Francesco e
Giustiniano, il padre e lo zio vollero che si
ergesse un monumento in marmo, col busto
a mezza persona che la raffigura nel suo
costume nettunese»
16
. Il monumento si trova
ancora oggi di fianco all’ingresso della basi-
lica ai piedi del campanile.
Non mancò mai la raffigurazione della
donna in costume nettunese, con i fiocchi
svolazzanti, in tutte quelle scene di docu-
mentazione popolaresca dei pittori e nelle
tavole degli incisori, sia per il carnevale che
per il giorno di Pasqua a Roma, eventi
molto sentiti dal popolo romano ma anche
da tutti gli abitanti della campagna che
accorrevano con i propri abiti della festa.
Presente anche nella secolare festa
dell’Infiorata a Genzano e ritratta in tutte le
situazioni e luoghi più classici od inconsue-
ti per l’epoca.
Interessante la documentazione della
Tribuna Supplemento illustrato della Domenica
del 18 agosto 1895 dove si rappresenta in
prima pagina la rinomata processione del
15 agosto a Nettuno. Così riferisce il gior-
nalista: «Nettuno ed Anzio sono i due sog-
giorni balneari prediletti dai Romani fin
dall’antichità. Il golfo di Anzio è uno dei
più belli e pittoreschi del Mediterraneo.
[…] È a Nettuno che il 15 agosto d’ogni
anno si fa una processione, alla quale accor-
rono i bagnanti ed i villeggianti. […] Il cor-
teo muove dalla Chiesa Collegiata, portan-
do gli stendardi, i crocefissi, i ceri e si diri-
ge all’antico santuario di Nostra Signora
delle Grazie, detto volgarmente di S. Rocco.
[…] Ma più caratteristici sono i costumi che
si sfoggiano per l’occasione. I membri delle
Confraternite indossano delle cappe rosse o
bianche. […] Alcune donne del paese
accompagnano la processione in uno sfar-
zoso e ricco costume, conservatosi intatto
attraverso i secoli, tutto di broccato rosso
con fregi e frange d’oro, costume di cui le
bravi nettunesi vanno giustamente orgo-
gliose. La festa si completa con le musiche,
gli spari dei mortaretti, la cuccagna, le
luminarie e i fuochi di artificio».
Nel
Il Giornale Illustrato
intorno al 1850
un ignoto giornalista parla di un certo vet-
turino Gianpietro che vestiva il pittoresco
costume dei contrabbandieri e si dilettava
di raccontare le imprese dei famigerati capi
briganti delle province romane. A tale
descrizione giornalistica non poteva man-