V
INCENZO
M
ONTI
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mare e la riva, e la valle e la foresta echeggia-
no delle soavi grida-
Grazie, o Maria
»
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.
Una delle componenti più caratteristi-
che ed affascinanti della tradizionale pro-
cessione è la figura della priora.
Le Confraternite ogni anno eleggevano
il Priore, il Camerlengo (l’amministratore) e
la Priora, la quale partecipava ufficialmen-
te alla tradizionale processione di maggio
indossando per l’occasione l’antico e mera-
viglioso costume nettunese, con l’aggiunta
del distintivo della pia associazione. Aveva
un posto privilegiato nelle sacre funzioni
della Collegiata.
Quest’uso vige tutt’ora, la
priora
resi-
dente a Nettuno ed imbussolata (estratta a
sorte) ma non obbligatoriamente maritata,
costituisce uno dei personaggi più ammira-
ti della festa patronale.
La priora era accompagnata da due
assistenti che con il passare del tempo ven-
nero anch’esse denominate dal popolo net-
tunese: priore.
Fin dall’anno 1960 l’arciprete parroco
monsignor Nicola De Franceschi, incontrava
una certa difficoltà a trovare tre ragazze
disposte a fare da priore non essendosi anco-
ra risvegliato l’interesse verso il bellissimo
abito anche perchè ne esistevano pochi esem-
plari presso le famiglie più antiche di
Nettuno. Solo nel 1983 con il nuovo arciprete
Monsignor Vincenzo Cerri per far rivivere
l’antica confraternita, soppressa nel 1950 per
ragioni disciplinari, elevò ad undici il nume-
ro delle priore e con riproduzioni dei vestiti
sia nei tessuti che nella foggia (eseguiti dal
sarto nettunese Augusto Casaldi) partecipa-
no ancora oggi alla solenne festa patronale di
maggio
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. Fu l’inizio di un risveglio.
Nel 1985 è stata fondata la Confraternita di
Nostra Signora delle Grazie, sempre da don
Cerri ed unita al gruppo dei
Portatori
già esi-
stente
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allo scopo di sostenere e salvaguardare
le buone tradizioni cristiane dei Nettunesi.
La sezione donne è stata costituita nel
1987 e nel 1999 è confluita nella sezione
uomini formando un’unica Confraternita
regolata dallo stesso statuto.
Nel 2005 importante è stato il gemellag-
gio spirituale tra la
Confraternita Madonna
delle Grazie
di Nettuno e la
Comunità
Meryemana
di Ipswich anche per le notizie
storiche che si sono riuscite a reperire della
statua lignea venerata dai nettunesi.
Infatti si ritiene che la statua fosse
custodita in una cappella di Ipswich, nel
territorio dell’attuale parrocchia di S.
Matteo, sulla strada detta
Lady Lane
in un
celebre santuario distrutto nel 1538 da W.L.
Cromwell. La Nostra Signora delle Grazie
era molto venerata fin dal 1152 nella città
che allora era un importante porto com-
merciale e visitata ed onorata da molti per-
sonaggi famosi fino al periodo dello scon-
tro con la chiesa cattolica romana.
Da qui la storia tormentata della
Madonna, che fu dapprima nascosta in
città, di casa in casa, poi arrivò a Londra ed
infine a Nettuno
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.
Nella chiesa di
S. Mary at the Elmes
è
oggi custodita in una nicchia una piccola
copia lignea della Nostra Signora delle
Grazie che lo scultore inglese Roberth M.
Mellamphy ha scolpito dopo aver visto dal
vivo la statua della Madonna di Nettuno
nel 1975. Nella parte posteriore della statua
è stata incisa la storia della Madonna.
Viva e fervida è la descrizione sia della
festa di Maggio che della priora fatta con
parole incisive da Oscar Rampone, giornali-
sta, scrittore e fotografo, nato a Benevento
ma fortemente innamorato della nostra città
e caro amico di famiglia: «alla fine di aprile,
la Madonna entra in tutti i discorsi dei net-
tunesi. Mette al lavoro dozzine di artigiani e
per una decina di giorni la città è completa-
mente sua. Il lungomare viene vestito a
festa: un mantello stellato che indosserà per