Pagina 212 - costume di nettuno 2

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INCENZO
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ONTI
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Numerosi furono i miracoli della
Madonna delle Grazie per la popolazione
locale con scampati pericoli: nel 1600 dalle
piraterie dei Saraceni, nel 1648 dalla fame,
nel 1798 dall’invasione dei Francesi, nel
1811 dalla siccità, nel 1837 dal colera, nel
1850 dalle crittogame, nel 1856 e 1867 dal
colera oltre ad un numero notevole di gra-
zie ricevute da singole persone fino a giun-
gere al 1944 quando Nettuno fu un’impor-
tante testa di ponte durante lo sbarco
anglo-americano nel periodo più turbinoso
della seconda guerra mondiale.
La miracolosa Madonna delle Grazie,
approdata prodigiosamente in Nettuno nel
1550, fu dichiarata Patrona principale il 23
agosto 1877 sotto il pontificato di Pio IX.
Nel secolo XVI per dare un maggiore
incremento all’attività religiosa della comu-
nità nettunese vi erano le Confraternite,
circa una per ogni chiesa, dotate di molte
rendite e verso il 1620 la Confraternita del
SS. Sacramento assorbì quella di S. Rocco
con l’obbligo di provvedere al piccolo
Santuario di Nostra Signora delle Grazie.
La devozione dei nettunesi e degli anziati
nei confronti dell’eccelsa Signora si ricava
dallo scritto del canonico Temistocle
Signori: «Non è il solo popolo di Nettuno,
che vanti i più fervidi omaggi di sincera
venerazione alla celeste Tesoriera, ve ne
sono ben altri, che si pregiano anch’essi di
esserne altamente devoti. E qui crederei di
fare ingiuria se non dessi la precedenza alla
buona popolazione di Anzio, che gareggiò
mai sempre con quella di Nettuno nel ren-
dere i più solenni tributi di omaggio alla
Sovrana Signora delle Grazie, tanto che
anche essa ravvisa nel nostro Santuario la
torre inespugnabile, ove veglia Maria in
sua protezione e difesa. Allorché i due
paesi erano governati da un sol Comune, i
cui rappresentanti sceglieansi da ambe le
parti uno sempre e concorde fu l’intento, di
render cioè i più sentiti omaggi di venera-
zione all’Augusta Regina delle Grazie che
meritatamente si riguardava come la
Protettrice di ambedue le popolazioni»
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.
Tuttavia pur essendo da sempre consi-
derata la protettrice dei due paesi solo il
giorno quattro aprile del 1854 si riunirono i
componenti del Consiglio Comunale sotto
la Presidenza del Priore Sisto Pollastrini
Anziate ed a pieni voti si affidarono i due
paesi al potente patrocinio di Maria SS. non
escludendo i due antichi protettori.
Per tale motivo nel 1857 anche se i due
comuni si separarono nell’amministrazione
«giammai si divisero nella dimostrazione del-
l’affetto e del culto dovuto alla celeste Regina».
«Moltissimi i lavoranti e pastori delle
province limitrofe, (riferisce don Signori),
che nell’autunno raddoppiano la popola-
zione locale e le povere montanine prega-
no con tanto fervore sino alle lagrime».
Non mancava l’omaggio e la devozione
di persone agiate che durante la villeggia-
tura ad Anzio o a Nettuno si recavano al
Santuario per trattenersi in preghiera ed
implorare soccorso.
In quale epoca si cominciò ad istituire la
festa di maggio con relativa processione
non si conosce bene, ma da una riunione
della Confraternita del SS. Sacramento del
1643, si desume che si volesse rinnovare il
talamo
ormai vecchio e malandato cioè la
macchina per recare in processione la sta-
tua. Quindi si ritiene, che la prima festa,
fosse avvenuta sin dalla venuta della Sacra
Immagine a Nettuno anche se nei primi
anni non si svolgeva con regolarità.
Quello che sappiamo è che lo scopo della
processione era «per li bisogni del popolo» e
che solo «Nel 1661 il cardinal Tomati vescovo
di Albano ordinava che si portasse processio-
nalmente nella chiesa collegiata», avveniva
proprio nel primo sabato di maggio quando
la Sacra Statua veniva esposta per otto gior-