Pagina 202 - costume di nettuno 2

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A
P
RIORIA E LA FESTA DI
N
OSTRA
S
IGNORA DELLE
G
RAZIE A
N
ETTUNO
Vincenzo Monti
P
ossiamo ben dire che i Giubilei
segnano l’inizio del turismo. Roma
ne è la capitale: infatti essa, in assoluta con-
tinuità di tempo e spazio, diviene meta pri-
vilegiata di umanisti e cultori dell’Antico,
precursori del viaggio laico di formazione
che si dirà
Gran Tour
»
1
. Durante il Settecento
il viaggio in Italia, obbligatorio per i ram-
polli delle più accreditate aristocrazie giun-
geva all’apice del successo e creava a partire
dall’Ottocento appassionati cultori dei
costumi popolari e del loro fascino pittore-
sco. Tra i viaggiatori vi «sono generalmente
funzionari di alto rango, nobili o diplomati-
ci, accomunati tutti dal fatto di collezionare
opere d’arte e di acquistare dipinti quali
souvenir del viaggio intrapreso»
2
. Spesso i
souvenir
erano costituiti da libretti ad orga-
netto che dipinti a mano rappresentavano la
corte pontificia o più spesso i costumi della
Campagna romana dove sempre era rap-
presentata la donna in costume nettunese,
con il ventaglio, con il cestino del pesce o in
altre pose della vita quotidiana
3
.
Successivamente l’avvento della foto-
grafia e della cartolina, dell’incisione e
della litografia fissarono gli aspetti meno
originali, ma al tempo stesso più radicati ed
autentici, del multiforme universo della
popolazione della Campagna romana.
Molto spesso i turisti dell’epoca torna-
vano con un ricordo del costume popolare
di Nettuno.
Gregorovius (1821-1891), nel libro
Passeg-
giate per l’Italia
parla di questo splendido costu-
me e della vita quotidiana di questo piccolo
paesello così ben descritto: «Una quiete pro-
fonda regna nell’antico paese di Nettuno e ne’
suoi dintorni. Nettuno attualmente è circonda-
to da antiche torri e da scuremuramerlate, che
hanno più di una volta resistito agli assalti dei
Saraceni. Nessun pescatore o marinaio avviva
lo specchio d’acqua, poiché non vi è porto, e la
popolazione è dedita alla pastorizia.
Sulla piazza di Nettuno sorge un’antica
colonna solitaria, emblema dei Colonna,
antichi feudatari del paese. Le strade sono
profumate dai garofani che ornano quasi
tutte le finestre e che, agitati dal vento,
ondeggiano i loro fiori color rosso ardente.
Fiori così belli annunciano donne più belle
ancora; infatti nei garofani che rallegrano le
finestre, si può quasi vedere la bandiera
nazionale delle donne di Nettuno: il loro
costume non è di aspetto men gaio, meno
vivace di quello dei purpurei fiori.
È cosa degna di nota che in Italia anche
i più piccoli paesi sembrano quasi altrettan-
te repubbliche, diverse per usanze, per tipo,
per foggia di vestire. Si potrebbe dire che
ogni castello, ogni villaggio forma una
popolazione a sé. Bisogna vedere le donne
di Nettuno in un giorno di festa per potersi
fare un’idea precisa della bellezza e del-
l’eleganza del loro costume nazionale»
4
.
Il Costume, per antica tradizione, veni-
va tramandato dalla madre al primogenito,
che quando convolava a nozze lo faceva
indossare alla sua amata. Lo stesso poi si
indossava e si mostrava in tutto il suo
splendore durante la festa principale del
paese: la festa di Nostra Signora delle
Grazie, definita amorevolmente dai nettu-
nesi Madonna di S. Rocco, perché da sem-
pre collocata nella nicchia dell‘antica chiesa
dell’Annunziata insieme alle statue di san
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INCENZO
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ONTI
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