Pagina 19 - costume di nettuno 2

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REFAZIONE
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REFAZIONE
S
e dovessimo indicare un monumento che per eccellenza denota la città di
Nettuno dovremmo pensare a Torre Astura, al Forte Sangallo oppure al
Borgo marinaro (uno dei pochi rimasti in Italia) che meriterebbe una ben diver-
sa attenzione.
Eppure leggendo le descrizioni dei viaggiatori che nel tempo hanno raggiun-
to, non senza notevoli difficoltà, attraverso una boscaglia severa, questo Borgo
stretto sul mare sembrerebbe che la connotazione che lo caratterizza in assoluto
è il costume delle sue donne.
A partire dalla lettera di un’anonima donna che visitò Nettuno nel XVI secolo
sino alle grandi penne di: Alessandro Tassoni, Carlo Bartolomeo Piazza, Gaetano
Moroni, Jean-Baptiste Thomas, Johann Wolfgang Goethe, Antonio Nibby,
Ferdinando Gregorovius, Giovanni Battista Rasi e l’Ademollo, sino ai più recenti
saggi di Giuseppe Tomassetti, Luigi Huetter, Attilio Rossi, Maurizio Marini e
Giulia Mafai, sono state composte ammirate pagine del costume nettunese.
Anche il clero di Nettuno e di Anzio ne ha tessuto le meraviglie e tentato di
assecondarne in ogni modo la sopravvivenza si pensi a Giovanni Matteucci,
Francesco Lombardi, Temistocle Signori, sino a Vincenzo Cerri vero protagonista
della tradizione del costume nettunese.
Ma, lo stupore più grande, viene dalla poderosa iconografia che pittori ed
incisori ci hanno tramandato, una documentazione imponente, difficile da censi-
re per intero, tanto vasta è stata la produzione di tele, acqueforti, litografie che i
grandi maestri hanno realizzato basti pensare a: Pier Francesco Mola, Jacob
Phillipp Hackert, Gaspar Van Wittel, Christian Reder, Frédérich Henri Schopin,
Johan Gottfried Maas, Horace Vernet, Antoine Jean-Baptiste Thomas, Carl
Heinrich Rahl, Carl Max Gerlah Quaedvlieg, Antonio Acquaroni, Bartolomeo
Pinelli, Achille Pinelli, Filippo Ferrari, Léopold-Louis Robert, Dietrich Wilhelm
Lindau, Edward Lear, Artur John Strutt, Ernst Schweinfurt, Luigi Gregori,
Salvatore Marroni, Salvatore Busuttil, Nino Costa, Onorato Carlandi e Umberto
Coromaldi solo per citarne alcuni.
Del resto sino ad anni recenti, la rappresentanza della città di Nettuno, più
accreditata, all’estero come in Italia, è andata all’abito delle
viragini
nettunesi.
L’idea di salvaguardare il patrimonio al femminile della comunità di
Nettuno mi ha stimolato tanto da dedicare allo studio dei costumi nettunesi nel
tempo due pubblicazioni ed una ricostruzione sartoriale che fosse filologicamen-
te corretta. Purtroppo questi tentativi non hanno sollecitato la comunità più di
tanto. Vincenzo Monti, testardo e tenace come sanno essere i veri nettunesi, incu-
rante delle difficoltà e delle spese cui andava incontro, ha voluto riproporre in
una veste scintillante la storia del costume nettunese in collaborazione con
Alberto Sulpizi e Marina Sciarelli. Naturalmente, sensibile come sono a tutte le
cause perse, non potevo tirami indietro, sperando che questa volta la provoca-
zione susciti le emozioni giuste e stimoli a riprendere con rinnovato vigore una
tradizione tanto bella.
C
LEMENTE
M
ARIGLIANI