Pagina 174 - costume di nettuno 2

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A
LBERTO
S
ULPIZI
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zate dopo che i fogli sono stati venduti uno
per uno. Sulla faccia destinata all’indirizzo,
Besnardeau fa stampare trofei d’armi sor-
montati dallo stemma della Bretagna, con
scritte patriottiche.
Il successo è enorme in poco tempo si
intreccerà in tutto il mondo una fitta rete di
corrispondenti che scrivono con l’unico
scopo di scambiarsi cartoline.
Si tratta di un mezzo molto agile e sbri-
gativo per inviare messaggi, tutto è raccol-
to in un solo cartoncino e qualche anno
dopo l’invenzione delle cartoline postali,
un pittore tedesco
Franz Borich
crea una
cartolina con alcune vedute di località
turistiche svizzere: nasce la cartolina
regionale.
La cartolina regionale con vedute di città
destinata ai viaggiatori per l’usuale saluto ai
parenti ed amici non conoscerà più tramon-
to, al successo iniziale contribuisce il clima
relativamente tranquillo dell‘Europa di
seconda metà Ottocento, la voglia di viag-
giare, l’evolversi dei mezzi di trasporto, spe-
cialmente del treno. Cosa non trascurabile,
la consegna della posta avviene in tempi
rapidissimi tanto che in alcune città vi sono
fino «a sette levate giornaliere della posta e
relativa consegna, così che attraverso una
cartolina spedita al mattino si possono invi-
tare le amiche per il thè del pomeriggio»,
come ricorda argutamente Angelo Pinci in
Saluti da Tivoli.
Sulla cartolina si spazia con disinvoltu-
ra, in una caleidoscopio di tematiche, gra-
zie a straordinari disegnatori che ci lascia-
no: affascinanti donnine, auguri di buon
natale o di buon anno nuovo, bambini,
umoristiche, militari, pubblicitarie, comme-
morative e pur avendo un carattere appa-
rentemente effimero non si nota ancora la
capacità nascosta di diventare un giorno un
documento. Qualche editore ne intuisce la
capacità storico-letteraria ed ecco le serie
dedicate alla
Storia del Risorgimento
o alla
Divina Commedia
e
ai Promessi Sposi.
Ma la funzione della cartolina è anche
quella di far rivivere personaggi o momen-
ti passati, grazie alla capacità di soffermar-
si sugli aspetti più umili, più realistici, su
quei momenti anonimi di vita quotidiana,
che ci mostrano un mondo trasformato ed
a volte scomparso.
Tra gli aspetti più amati, quello del costu-
me, atto a distinguere regione da regione ma
soprattutto simbolo del proprio paese: ecco
quindi la donna, molto più spesso dell’uomo,
abbigliata col costume tradizionale, con in
risalto la ricchezza delle stoffe, la gonna spes-
so ampia, il corpetto ed i numerosi e vari gio-
ielli che incorniciano il petto, adornano le
mani, la capigliatura spesso raccolta, con ai
lobi orecchini pendenti e l’aspetto da antica
matrona romana. Quasi tutti i paesi del Lazio
hanno nel loro patrimonio
cartolinistico
la
donna in costume, ovviamente Roma, i tanti
paesi della Ciociaria e Nettuno che vanta uno
dei costumi più belli e affascinanti dell’intero
patrimonio nazionale.
La cartolina legata dapprima alle capa-
cità grafiche di grandi disegnatori come
Mucha, Menieur, Cappiello, Bottaro,
Kirchner e persino Boccioni e Toulouse
Lautrec, poi di abili fotografi, segue i gene-
ri più diffusi ereditati dall’incisione: la
veduta, o al limite la riproduzione di opere
d’arte ed il ritratto, si adegua alle esigenze
del mercato assecondandone la richiesta.
L’interesse del mercato punterà almeno
inizialmente su una tematica, cara agli arti-
sti romani e stranieri e nota fin dai tempi di
Bartolomeo Pinelli: la conoscenza dell’am-
biente umano, antropologico o etnografico
del paese, piuttosto che su quello architet-
tonico e non si può negare che talune
immagini di belle donne nettunesi della
fine dell’Ottocento abbiano un sapore
orientaleggiante.