Pagina 162 - costume di nettuno 2

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arina
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ciarelli
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semplicemente ingegnosa e molto pratica
questa nuova trovata trovò grande diffusio-
ne sia nell’abbigliamento maschile che in
quello femminile.
le maniche dovevano essere strette e
lunghe, ma non essendo ancora arrivati al
taglio dello scalfo, il giro manica si faceva
ancora come dei semplici tubolari attaccati
poi alle spalle che venivano confezionate
più abbondanti del reale e scendevano sul-
l’omero.
Verifichiamo ora l’uso delle stoffe, delle
tinture e degli ornamenti… i colori, usati
come identificativi dello stato sociale, veni-
vano trattati come dagli insegnamenti del
mondo arabo, le vesti erano molto vivaci,
come ci testimoniano le pitture e le minia-
ture quattrocentesche frequentemente rap-
presentate nelle tonalità dell’azzurro, del
rosso, del verde; i contatti con il mondo
musulmano erano già iniziati prima dell’Xi
secolo attraverso la Sicilia e la Spagna, ma
le stoffe orientali erano penetrate in occi-
dente solo parzialmente e restavano
accessibili solo a pochi. Fondamentali
furono le crociate per l’introduzione di
nuovi tessuti più raffinati, quali la seta, il
damasco e la mussolina e di nuove tecniche
di taglio. gli orientali avevano una superio-
re abilità manifatturiera e facevano grande
sfoggio di articoli lussuosi. è in questo
periodo che sorsero le prime corporazioni
dei sarti; si diffuse tra i nobili la consuetu-
dine di ricorrere a questi artigiani.
per quanto riguarda le stoffe, ad esem-
pio, non si sceglievano quelle pratiche e
piacevoli alla vista, ma quelle ricchissime e
rare per la lavorazione: nel medioevo
saranno i tessuti serici dapprima importati
dall’oriente, in seguito prodotti anche in
italia, e spesso ornati con motivi d’oro e
d’argento. i primi velluti, sete, damaschi,
broccati, provengono da Bisanzio, dalle
terre orientali e sin dalla cina. Quando a
partire dell’undicesimo secolo anche in
occidente si apprenderà l’arte di tessere e
tingere panni lussuosi di eleganti colori atti
a gareggiare con quelli di oltremare, l’ac-
quisto di stoffe si effettuerà in particolare in
Fiandra, nelle terre inglesi o in italia, a
Firenze o Venezia. tuttavia, pur nel
trecento e nel Quattrocento le belle stoffe
d’oriente andranno sempre di moda e
saranno elemento di raffinata distinzione
nonché di femminile seduzione.
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greci e romani furono grandi impor-
tatori e consumatori della seta cinese da cui
ricavavano abiti raffinati e costosi. tuttavia
non ne conoscevano l’origine. plinio, nella
Storia naturale, parlando dei cinesi e della
seta, scrive:” i Seri (sono) celebri per la lana
delle loro foreste, che ricavano togliendo
con un pettine la bianca lanugine delle
foglie dopo averla bagnata con l’ac-
qua[…]”. l’impatto della seta sul mondo
cinese e su quello occidentale fu grandissi-
mo. nel paese moltissime persone erano
impegnate nella coltivazione di gelsi, nel-
l’allevamento di bachi da seta, nella vendi-
ta dei bozzoli, nella filatura e torcitura. [...]
in occidente la seta, nonostante l’aumento
di produzione, divenne sempre più costo-
sa[…] creando notevoli interessi economici
[…] che si concluderanno con l’operazione
di spionaggio di giustiniano che trasformò
costantinopoli in una sede di produzione e
di esportazione della seta. con la complici-
tà di due monaci[…] giunsero a costanti-
nopoli alcune uova di baco da seta[…] per
la capitale dell’impero fu un colpo di fortu-
na. […] Sviluppatasi a costantinopoli l’in-
dustria della sericoltura verrà in seguito
diffusa nell’area mediterranea dagli arabi
che la fecero fiorire in Spagna (X secolo), in
Sicilia e in italia (Xi secolo): solo nel XV e
XVi secolo arriverà in Francia ove la sua
produzione toglierà il primato alle manifat-
turiere italiane»
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