m
arina
S
ciarelli
134
di seta: sopra è la tovaglia di bel lino casa-
lingo tessuto a disegni policromi, e tramata
d’oro. al collo e alle orecchie coralli»
1
.
d
oretta
d
aVanzo
p
oli
: ha diretto la
Biblio-tessilteca del centro internazionale
delle arti e del costume di palazzo grassi,
docente di Storia dell’abbigliamento e
dell’arte tessile all’università di udine,
consulente di importanti musei italiani, ha
schedato migliaia di reperti tessili. nella
rivista
Arte Tessile
del centro italiano per lo
studio della storia del tessuto, nel 1992
descrive l’esemplare conservato al castello
Sforzesco di milano
:
«ricco di numerose
attestazioni iconografiche (stampe, figurini,
foto), che sottolineano l’autenticità del
modello, ma non nella confezione, assoluta-
mente non credibile nei materiali utilizzati:
il raso di seta (uno dei tessuti meno popola-
reschi, ma tra i più utilizzati nelle ricostru-
zioni) […] galloni e passamanerie dorate e
argentate, riscontrabili in tutti gli esemplari
esaminati tolti e recuperati soprattutto da
paramenti ecclesiastici dismessi, non solo
per il bisogno di rendere prezioso il proprio
abbigliamento, ma come riconoscimento
dell’arte tessile artigiana che per secoli ha
realizzato per quel ceto più privilegiato. […]
altrettanto sorprendente è la fantasia con la
quale le donne di tutta italia riescono a dif-
ferenziare e a personalizzare la propria
acconciatura avendo a disposizione un ret-
tangolo di stoffa»
2
.
g
razietta
B
utazzi
: storica del costume
e consulente del settore di moda e costume
delle civiche raccolte d’arte applicata di
milano, negli
Appunti sul costume femminile
di Nettuno
in
Il merletto nel folklore italiano
sottolinea: «l’arricchita decorazione del
giacchino, soprattutto nelle falde posterio-
ri, formate da tre tagli invece che da uno,
rappresenta la differenza più evidente tra
l’esemplare milanese e quello conservato al
museo delle arti e tradizioni popolari di
roma. l’abbinamento di due diverse tipo-
logie di galloni crea in questo un vistoso
effetto ornamentale lungo i bordi; così
come un risultato di maggiore ricercatezza
è dato dalla fitta pieghettatura della gonna.
a differenza dell’esemplare milanese, dove
la pettorina, di tessuto di seta azzurra, si
presenta piccola e di forma vagamente
rotondeggiante, come si trova in altri abbi-
gliamenti regionali europei, ad esempio
alsaziani, (mi riferisco a un’intera raccolta
di pettorine di questa tipologia conservate
al musée alsacienne di Strasburgo) qui
essa è formata dall’abbinamento di due stri-
sce di gallone cucite sopra un rettangolo di
tela bianca»
3
.
e
liSaBetta
S
ilVeStrini
: ispettore presso
il museo delle arti e tradizioni popolari di
roma nel 1980, studiosa di arte popolare e
ricercatrice. nella
Ricerca Folklorica
del
1986, a proposito dell’
Abito popolare in Italia
dice: «a nettuno prevalgono fogge di abito
femminile più recenti, con l’uso del casac-
chino, corto giacchetto che a seconda dei
casi sostituisce il corsetto o vi si sovrappo-
ne e che denuncia certamente una maggio-
re disponibilità di materiale tessile rispetto
alla limitata utilizzazione di tessuto nel
busto e nelle maniche staccate. […] i ricami
sulle camicie e sulle cinture testimoniano
della grande importanza che veniva attri-
buita a questi indumenti: alle prime per il
forte legame con la persona che esse espri-
mevano, a causa dello stretto contatto con il
corpo (alle camicie era attribuita in passato
anche una significativa potenza magica); le
seconde, per il legame simbolico con la ses-
sualità e con la nascita. […] la cintura era
impiegata, con finalità magico devozionali,
anche per favorire un parto che si presenta-
va particolarmente difficile. […] ai nobili la
seta, il drappo, il velluto, i ricami d’oro e
d’argento, come d’altronde volevano alcune
leggi suntuarie; al popolo i fustagni o i