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ANDREA SACCHI

Pittore - Architetto
1599-1661

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PERSONAGGI ILLUSTRI

(di Don Vincenzo Cerri)

Il 30 novembre 1599 nasce a Nettuno il famoso pittore e architetto ANDREA SACCHI, ritenuto l'iniziatore e il massimo esponente della pittura classica a Roma nella prima metà del secolo XVII.

E' avviato allo studio della pittura dal proprio genitore, quindi si fa discepolo di F. Albani. Rivela già nel 1625 le sue solide qualità di artista e s'impone all'ammirazione di Roma col Miracolo di San Giorgio per la cappella Clementina di San Pietro in Vaticano. E' amico del Bernini, che si decide a maneggiare il colore sotto la sua guida.
Essendo assai pigro, come afferma G.B. Passeri, non dipinge molto; tuttavia quando si pone ad operare è implacabile nella operazione e compone alcuni fra gli esempi più grandiosi del seicento romano. Trai più importanti: Il Miracolo di San Gregorio (ora nel museo Petriano); Il Transito di S. Anna (Roma, San Carlo ai Catinari); il Miracolo di S. Antonio (Roma, Chiesa dei Cappuccini); il Noè ebbro (Berlino, Kaiser- Friedrich Museum); gli affreschi di Palazzo Sacchetti di Castel Fusano; il Caino e Abele (Roma, Galleria Barberini); la Purificazione della Vergine (Perugia, Pinacoteca); un gruppo di tele per il Battistero Lateranense (qualche anno fa sostituiti con delle copie); il quadro dell'altare maggiore della chiesa di San Francesco in Nettuno. Ma il suo capolavoro è La visione di S. Romualdo (Pinacoteca Vaticana) che rivela una straordinaria sensibilità cromatica. G.B. Bellori ( Vita di Guido Reni, d'Andrea Sacchi e di Carlo Maratta, Roma, 1700) ci fa sapere che:<<l'artista nettunese, pur dedicandosi alla pittura non tralascia gli studi dell'architettura ai quali si sente particolarmente inclinato. Il Cardinale Antonio protettore della Religione di San Domenico gli affida l'incarico di rinnovare il vecchio e caduto convento della Minerva verso il Collegio Romano. Il Papa Urbano VIII (Barberini, 1623-1644) gli affida la direzione dell'architettura, pittura e ornamenti del Battistero di Costantino in Laterano ed essendo l'altre ben condotte egli trascura tanto l'esecuzione delle pitture, che morto Urbano e succeduto Innocenzo, è costretto poi ad accellerare l'opera per lo sdegno del Papa che voleva il lavoro finito per il prossimo Anno Santo 1650.
Il Sacchi, lento nel lavoro, con la sua pennellate larga e pastosa, e le sue creazioni di una particolare grandiosità patetica piena di naturalezza, tra l'asciutta severità dei veri e propri caravaggeschi e l'abbondanza decorativa di un Lanfranco e di un Pietro da Cortona, segna un momento di sereno classicismo sia formale che cromatico, interessantissimo per gli ulteriori sviluppi della pittura romana del Seicento e del Settecento>>.
Muore a Roma il 21 giugno 1661. In San Giovanni in Laterano gli è stato eretto un monumento.


 




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